I Ninos du Brasil sono noti per essere una creatura multiforme, anarchica, che vive sul confine tra divertissement e progetto musicale vero. L’ago della bilancia si è spostato verso il secondo dei due aspetti con il nuovo Vida Eterna, un’esplorazione notturna nella giungla, popolata di animali e voci.
«In questo disco c’è il primo testo di senso compiuto della nostra carriera», dice Nico Vascellari, «ed è la voce di Arto Lindsay». Un cambiamento non da poco per il duo formato da Vascellari e Nicolò Fortuni: «Ci sono influenze di tipo diverso. Abbiamo sentito l’esigenza di indagare altri suoni». Per raccontare un mondo notturno, angosciante: «Si parla di vampirismo, di lingue sconosciute, ci sono messaggi politici, che non ho intenzione di svelare più di così. Ma già dal primo disco i Ninos hanno criticato il pop. Criticare il pop è criticare la contemporaneità nella quale viviamo».
Anche perché il progetto nasce proprio per criticare, rompere le regole. «Avevamo un’altra band, avevamo raggiunto una discreta notorietà: la gente voleva sentirci suonare ma noi volevamo parlare, condividere dei contenuti. Così abbiamo creato i Ninos, una band che doveva essere il più spregevole possibile, per tenere vicino solo il pubblico più interessato a noi».