Spencer Elden, all’epoca bimbo di quattro mesi e oggi trentaduenne, può procedere con la richiesta di danni nei confronti dei Nirvana e di chi ha prodotto la copertina di Nevermind dove appariva nudo, mentre nuotava inseguendo una banconota. Lo ha deciso ieri una sentenza della Corte d’appello federale.
Si riapre, insomma, una causa che sembrava chiusa l’anno scorso, quando un tribunale aveva deciso che la richiesta di risarcimento per pedopornografia era stata presentata oltre i termini di prescrizione. Non era chiusa per Elden, che ha presentato ricorso. La nuova sentenza, che arriva da un tribunale di grado superiore, afferma che pur essendo la fotografia datata 1991, non si dovrebbe applicare in questo caso la prescrizione che arriva dopo dieci anni
«Esattamente come le vittime di diffamazione, anche le vittime di pornografia minorile subiscono un danno con la ripubblicazione del materiale pornografico», si legge nella decisione che riguarda la procedibilità del caso, non il suo merito. «Ne consegue che ogni pubblicazione di materiale pedopornografico può costituire un danno analogo a quelli causati dalla diffamazione e da altri attacchi della dignità della persona» giacché «ogni visione di materiale pedopornografico è una ripetizione dell’abuso subito dalla vittima».
Nella causa Elden ha citato come imputati la band e i singoli membri, le etichette Universal Music Group, Geffen e MCA Records, Courtney Love in qualità di esecutrice testamentaria di Kurt Cobain e altri. Secondo Elden, hanno «consapevolmente» continuato a riprodurre, distribuire e promuovere la copertina del disco nei dieci anni precedenti la denuncia, anche attraverso la ristampa per il 30° anniversario la cui copertina continua a offrire la «lasciva esibizione dei genitali di Spencer».
Ora il processo potrà essere celebrato presso la corte federale di Los Angeles. L’avvocato di Elden non ha ancora commentato, quello dei Nirvana e degli altri accusati, Bert H. Deixler, ha detto che si tratta di una «battuta d’arresto procedurale che non cambia il nostro punto di vista. Difenderemo con vigore questa causa priva di merito e ci aspettiamo di vincere».
In passato, gli avvocati dei Nirvana hanno detto che la volontà di Elden di associarsi alla (e non dissociarsi dalla) copertina di Nevermind vendendo in età adulta copie autografate e arrivando a ricreare lo scatto è la dimostrazione che non ha subito alcun danno morale.