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No, Dark Polo Gang, stavolta no: razzisti mai

In un Instagram Stories, i rapper hanno lanciato insulti razzisti a Bello Figo. Il motivo? Il rifiuto del rapper di origini ghanesi di unirsi a una serata insieme ai romani
Dark Polo Gang - Foto di Guido Gazzilli

Dark Polo Gang - Foto di Guido Gazzilli

Ci risiamo. È passata a malapena una settimana e già ci ritroviamo impicciati in un altro, nauseante episodio di razzismo. Stessa vittima, il rapper Bello Figo, ma stavolta un altro aggressore—sempre verbale, grazie al Cielo. Non un individuo triste davanti a una tastiera nella solitudine della sua stanza/vita ma dei rapper che fino a ieri sera ho sempre difeso, la Dark Polo Gang. O meglio i quattro ragazzi romani celati dietro gli pseudonimi di Side, Pyrex, Wayne e Tony.

Brevemente. Ieri sera i quattro rapper più il loro producer, Sick Luke, si trovavano a Milano per esibirsi a un evento insieme a vari altri elementi della scena trap italiana, come Sfera Ebbasta o Ghali. Sembrandoci la Dark Polo Gang (abbreviato DPG) un fenomeno interessante da raccontare perché molto controverso, insieme al direttore Robertini abbiamo approfittato dell’occasione per prendere da parte i ragazzi e sottoporgli due o tre domande, in quella che è sembrata più una piacevole chiacchierata che un’intervista formale.

Per caso, fra un condivisibilissimo «Fanculo Trump!» detto da Side e un «Sto tutti i giorni con la gang, pure capodanno» confidato da Pyrex, il discorso capita sull’argomento Bello Figo. Non è un mistero che il giovane rapper di Parma sia da sempre un feticcio della DPG. Tanto che uno dei pezzi più interessanti del loro repertorio YouTube (non hanno un’etichetta, quindi li trovate solo lì) porta il nome di Bello Figo Dark, una minacciosissima base trap su cui Pyrex snocciola non-rime aggiungendo qua e là citazioni letterarie che non ti aspetti. Nello specifico chiedo ai ragazzi se hanno visto il nuovo video di Bello Figo, Referendum Costituzionale. «Non l’ho visto, spacca?» chiede a sua volta lo stesso Pyrex. «Sì, però fanculo a Bello Figo!» rispondono all’unisono Wayne e Tony. La reazione spiazza un po’, quindi cerco di indagare: «Abbiamo provato a fare amicizia con lui ma non ha voluto. Non ha voluto riconoscere la Dark.» Risposta alquanto vaga, che Pyrex per fortuna decide di arricchire con qualche dettaglio: «Dovevamo fare una serata—non di beneficenza ma, come dire, onoraria—e avevano chiamato a esibirsi sia noi che lui. Noi andiamo.» Insomma, un amico della Dark Polo ha organizzato questa serata per scopi (pare) benefici. Non essendoci un cachet vero e proprio, Bello Figo in qualche modo ha rifiutato di esibirsi, scatenando lo sdegno dei ragazzi romani. Sdegno che, apprendiamo solo qualche ora dopo l’intervista, era già sfociato in un video caricato sull’Instagram Stories di Wayne il pomeriggio stesso. Quindici bruttissimi secondi in cui si passa dagli insulti alle offese razziali (non le riproporremo nemmeno, il video è qui).

Quando li si criticava per essere degli zarri, per non chiudere le rime o per non essere dei draghi della metrica, mi sono sempre trovato dalla parte dei difensori della DPG. Penso tuttora che sia geniale la loro arroganza romana mista a strumentali cattivissimi e rime non chiuse (in America quasi nessuno lo fa più nella trap), ma questa volta è stato altro. È stato gratuito, indifendibile razzismo. Quanto all’intervista, non se ne farà nulla. Non spenderò un solo minuto per difendere chi non sa stare al mondo.

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