Noel Gallagher ha una cosa da dire su Glastonbury. Non ha a che fare con Dua Lipa headliner o la presenza di pochi gruppi rock in cartellone, ma col virtue signaling di chi usa il palcoscenico per schierarsi dalla parte dei buoni. Anche meno, dice Noel, tanto non serve a niente.
«Non fraintendetemi, amo Glastonbury», ha detto al Sun il musicista dopo la fine del festival, «penso che sia una delle cose migliori, anzi probabilmente è la cosa migliore che ci sia in Gran Bretagna dopo la Premier League».
Il problema? «Sta diventando un po’ troppo woke, ci sono troppe prediche, troppa esibizione delle proprie virtù morali. Ed è una cosa che non mi piace vedere nella musica».
«Piccoli idioti del cazzo che sventolano bandiere e fanno dichiarazioni politiche, band che salgono sul palco e dicono: “Ehi ragazzi, non è terribile la guerra? Facciamo tutti insieme boo alla guerra” oppure “Fanculo i conservatori” e cose del genere. Ma suona le tue cazzo di canzoni e basta».
Per Noel «è troppo. Donate tutti i vostri soldi alla causa e stop, smettetela di parlarne. Il mondo è nella merda e voi siete radunati in un prato a Glastonbury. Che problema c’è? Per me non è un problema. Magari lo è se hai 18 anni e appartieni alla classe media».
Tanto, dice il musicista, «tutti sanno quel che sta accadendo nel mondo, in tasca hai un telefono che te lo dice. Che senso ha dare del virtue signaling?».