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Oasis, anche la Commissione europea indaga sui biglietti venduti col sistema del dynamic pricing

Dopo le proteste una piattaforma di rivendita annuncia rimborsi per le commissioni troppo alte. Spunta un vecchio tweet di Liam: «350 dollari per andare a vedere Rkid negli Stati Uniti: che stronzo»

Oasis, anche la Commissione europea indaga sui biglietti venduti col sistema del dynamic pricing

Noel e Liam Gallagher

Foto: Jill Furmanovsky

Anche la Commissione europea intende indagare sulla pratica dei dynamic pricing usata nella vendita dei biglietti degli Oasis. Lo ha appreso il Guardian. È notizia di ieri la revisione «urgente» che il governo inglese intende fare dell’uso dei prezzi dinamici nel Regno Unito.

Com’è noto, il sistema del dynamic pricing è già usato negli Stati Uniti, un caso clamoroso e che ha sollevato forti malumori è quello del tour di Bruce Springsteen. In buona sostanza, il prezzo del biglietto varia al variare della domanda: più gente richiede una certa categoria di tagliando e più il prezzo aumenterà in tempo reale oltre quello annunciato, il cosiddetto face value.

La giustificazione dell’uso di questa pratica è che per i concerti più richiesti quegli stessi biglietti verrebbero comunque venduti a un prezzo maggiorato sul mercato secondario. Se la gente è disposta a spendere 400 euro per un biglietto che ne vale 150, dicono i sostenitori del dynamic pricing, tanto vale che a incassare quel surplus siano l’artista e gli organizzatori, non bagarini e speculatori. Tanto più che i prezzi fissati dal dynamic pricing sono comunque più bassi di quelli “pazzi” che ritrovano sul mercato secondario.

Chi osteggia la pratica la considera moralmente inaccettabile e pensa che, applicando questo sistema, gli artisti si mettano sullo stesso piano degli speculatori che fanno soldi sulla passione dei fan.

Da una parte gli Oasis hanno cercato di limitare le speculazioni del mercato secondario, intimando di non rivendere i biglietti a prezzo maggiorato pena la loro cancellazione. Dall’altra però hanno consensito che sul sito di Ticketmaster il prezzo ufficiale di alcuni biglietti aumentasse da 135 a 350 sterline grazie al dynamic pricing. Il colosso del ticketing afferma che la pratica è perfettamente legale, che viene usata per i prezzi dei voli aerei e delle camere d’hotel, che in ogni caso il prezzo e il meccanismo sono fissati dal gruppo e dal suo management.

Dopo l’inglese Competition and Markets Authority, che ha annunciato un’indagine, anche esponenti della Commissione europea, l’organo esecutivo dell’Unione Europea presieduto da Ursula von der Leyen, hanno detto che (citiamo il Guardian) «stiamo esaminando l’uso di prezzi dinamici per i biglietti dei concerti, in seguito alle crescenti preoccupazioni dei parlamentari di Bruxelles».

Una delle parlamentari è l’olandese Lara Wolters (Alleanza progressista di Socialisti e Democratici). «Da questa situazione» dice «escono vincitori solo le grandi piattaforme di biglietteria e questo a discapito dei fan». C’è per Wolters anche un rivolto etico e diciamo così romantico: «Questo sistema non mira a massimizzare la gioia riempiendo gli stadi coi fan più accesi di un artista, ma di massimizzare il profitto dalla musica come con qualsiasi altro prodotto. È un sistema privo di anima e intendo porvi fine».

Per la prima volta l’uso del dynamic pricing nella vendita di biglietti in Europa desta scalpore e potrebbe portare a una qualche iniziativa legislativa per limitare o normare meglio la pratica. Il problema non è nel dynamic pricing per sé, che non è fuori legge, ma nella mancanza di trasparenza nei confronti dei consumatori giacché il venditore è obbligato a «fornire informazioni chiare e accurate sul prezzo che il consumatore pagherà», cosa che non sarebbe accaduta coi biglietti degli Oasis. I consumatori insomma non sarebbero stati avvisati dell’uso del dynamic pricing. L’altro problema è l’eventuale aumento del prezzo durante la transazione, da quando il consumatore clicca su “compra” a quando se lo trova nel “carrello”.

Non ci sono per ora stati commenti da parte del gruppo. Alcuni utenti sono però andati a recuperare un tweet del 2017 cui Liam Gallagher se la prendeva col fratello per i pezzi dei biglietti: «350 dollari per andare a vedere Rkid negli Stati Uniti: che stronzo».

Intanto, secondo quando riporta Wales Online, una delle piattaforme secondarie scelte per la rivendita dei biglietti degli Oasis, Twickets, ha annunciato l’abbassamento al 10% delle commissioni dopo le tante lamentele sui social dei fan, con un tetto massimo delle fees a 25 sterline a biglietto. I fan che hanno sborsato commissioni maggiori saranno rimborsati.

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