«Caro J-Ax, ma chi verrebbe dietro a te (voi) se non seguissi il sistema che hai sempre criticato?». Con queste parole inizia il post di risposta che Paolo Meneguzzi ha dedicato al leader degli Articolo 31 dopo le dichiarazioni di ieri. «Fai il portavoce che il sistema è marcio, che rinneghi Sanremo, The Voice e poi fai le pubblicità del “panettone”».
Ma facciamo un passo indietro. Ieri è uscita un’intervista di Meneguzzi in cui se la prendeva con la situazione del pop italiano odierno: «Vedere gente tutta tatuata che va sul palco a cantare la Disco Paradise di turno mi fa tristezza. Quelle sono marchette». La risposta di Ax (Fedez non è intervenuto sulla questione) non si è così fatta attendere: «Non c’è niente di più triste dei cantanti falliti che danno la colpa al “pubblico che oggi non capisce più un c…o”».
La discussione a distanza tra i due si è poi spostata sul pop. A Meneguzzi che rimpiangeva la ricezione del suo disco Miami (uscito nel 2010), considerato dall’artista «avanti di circa 20 anni. Però essere “avanti”, soprattutto nello scacchiere pop italiano non è sempre un bene. Rischi di essere equivocato», J-Ax ha risposto: «A tutti capita di fare canzoni che non “connettono” col mercato, con la moda o con i gusti delle nuove generazioni. Se quando succede vi ritrovate con in mano un pugno di mosche vuol dire che non avete una fan base che vi supporta anche nei momenti in cui non siete mainstream. Significa che avete fatto musica superficiale che non è entrata nel cuore della gente ma solo nelle orecchie, per poi uscirne dopo una stagione».
In serata è così arrivata la contro-risposta di Meneguzzi da Ibiza: «Parli di papponi ma fai il pappone che sta attaccato ai ragazzini per non cadere nell’oblio che probabilmente tanto ti spaventa e per fare i fighi ci urlate ancora “legalizzala”. Ma anche basta. Io ho una scuola artistica, produco film, dischi di ragazzi e ho una famiglia. Questa è la mia musica. Non ho il successo di prima? Pazienza… Io credo negli ideali e tu nelle canne». Poi il cantante svizzero ha replicato alla stoccata di Ax («ti ricorderò sempre come la versione ordinata su Wish di Tiziano»): «Io ero una realtà pop in America Latina nel 1996 (Tiziano credo avesse 16 anni…). Faccio un plauso alla tua ignoranza che si allinea a quello che proponete e a quella di molti superficiali che fuori dall’Italia non sanno andarci. Perché ti ricordo che a qualche chilometro dalla frontiera italiana tu musicalmente non sei nessuno».
Meneguzzi è poi entrato più a fondo nella sua analisi di Disco Paradise («canzone che poteva uscire nel 1974»): «Fate i duri con i tatuaggi dei dragoni e mi cantate le bolle di sapone? Non lo trovate un po’ trash e un testo un tanto non credibile per l’età che avete? C’è proprio bisogno di dire ‘alza il finestrino’ e scomodare… Battisti? Non sapete cantare, ma gridate, parlate e storpiate linguaggi nel microfono con volgarità, parolacce e messaggi nelle canzoni veramente discutibili o incomprensibili! Ripeto, ce n’è veramente bisogno?». E ha aggiunto: «Il pop è una cosa seria. Quale cavolo è il vostro messaggio? A me pare solo che il messaggio sia “dai facciamo soldi”. Creiamo un sistema costruendo standard di scarsa qualità, perchè è più facile; perché la qualità è molto più difficile da sostenere». E una stoccata finale: «Forse la qualità te la sei dimenticata o perché meglio attaccarsi al treno del trash o di chi ha i follower? Attento… non ho parlato di fan, ma di follower».
J-Ax poco dopo ha pubblicato una storia in cui chiedeva – tramite sondaggio – un consiglio ai suoi follower: «Raga, questo ancora parla, quindi chiedo a voi. Gli rispondo ancora in modalità “stronzo” e lo sotterro o faccio la persona matura e “volo alto”?». C’è da aspettarsi un bel finale.