Una miscela di suoni, influenze fa le più distanti – dal elettronica all’avanguardia, dal progressive alle sfumature balcaniche – per una sintesi perfettamente armonica, un sound nuovo di cui la scena italiana ha tanto bisogno.
Loro si chiamano Pashmak, band che incrocia origini siciliane, lucane, statunitensi e iraniane. Il prossimo 18 gennaio uscirà il loro nuovo album Atlantic Thoughs per Manita Dischi, descritto dai Pashmak come fossero versi ispirati da un viaggio «In un territorio semi-disabitato fra il Montenegro, il Kosovo e la Serbia, capitiamo in una valle silenziosa. Da un campo rialzato abbiamo la possibilità di abbracciare tutta la vallata con un solo sguardo. Davanti a noi i covoni e l’orizzonte in fiamme, mentre dietro sta sorgendo una luna sovradimensionata».
«Si alzano in volo dei corvi sopra le nostre teste e sentiamo le ali sbattere l’aria; si allontanano fino a sparire mentre continuiamo a sentire il suono rimbalzare nella valle muta. Ci separiamo per commuoverci ognuno da solo con se stesso, sapendo che più spazio ci si lascia, più spazio si crea, più possibilità si possono abbracciare».