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‘Pavements’, il documentario sui Pavement tutto matto e dylaniato a Venezia 81

Il film di Alex Ross Perry sarà in concorso nella sezione Orizzonti. E no, non è un rockumentario tradizionale e nemmeno un’agiografia, ma «un ibrido metatestuale» che mescola finzione e realtà. Chi vivrà vedrà

Foto: Per Ole Hagen/Redferns/Getty Images

È un bel momento per i fan dei Pavement. La band di Stephen Malkmus si è riformata nel 2022 dopo 12 anni di pausa per un tour di reunion che continua ancora oggi. Hanno pure messo assieme un jukebox musical incredibilmente bizzarro basato sulle loro canzoni e lo hanno promosso con un museo pop-up.

Com’è noto, è stato tutto filmato da Alex Ross Perry per il film Pavements in concorso nella sezione Orizzonti dell’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che si svolgerà al Lido di Venezia dal 28 agosto al 7 settembre 2024.

Il documentario viene presentato come «un ibrido prismatico, narrativo, sceneggiato, documentaristico, musicale e metatestuale, un’analisi dell’iconica band indie anni ’90 dei Pavement. Li mostra mentre si apprestano a fare il tour di reunion del 2022 e preparano un musical basato sulle loro canzoni, un museo dedicato alla loro storia e un film biografico hollywoodiano ispirato alla loro saga di band generazionale».

Detto in altre parole: non è un documentario tradizionale tipo Behind the Music. È roba decisamente bizzarra. «Né ai Pavement, né a me interessava fare un’agiografia», ha detto Perry. L’idea allora è stata mescolare finzione e realtà in un mondo parallelo in cui i Pavement sono uno dei più grandi gruppi della storia, l’equivalente di un film su Bob Dylan che mette assieme Don’t Look Back di D. A. Pennebaker (un modello per i rockumentari), Io non sono qui di Todd Haynes (opera di finzione in cui c’è una moltiplicazione di Dylan), il documentario di Martin Scorsese sulla Rolling Thunde Revue (che metteva assieme realtà e invenzione) e il matto film del 1978 diretto da Dylan con Joan Baez Renaldo and Clara.

Da Rolling Stone US.

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