Definire “attesissimo” il secondo album dei Pearl Jam avrebbe significato sottovalutarne la portata. Con il loro debutto la band era passata dall’anonimato ai riflettori del rock mainstream, trainati dalla potenza viscerali di singoli come Alive, Jeremy e Even Flow così come dalle loro performance sul palco, in cui il frontman Eddie Vedder rischiava la vita pur di conquistare la platea.
Per cui non fu una grande sorpresa quando Vs., uscito il 19 ottobre 1993, stabilì un record nel music business con più di 950.000 copie vendute nei primi cinque giorni sugli scaffali, superando tutti gli altri album della Billboard Top 10 di quella settimana, messi insieme. Tuttavia, guardando indietro, ciò che sorprende è come la band sia riuscita a non implodere durante le registrazioni di quell’album.
Prima ancora di registrare una nota del loro secondo lavoro, i Pearl Jam si trovavano in una situazione di stallo: da una parte erano gli underdog dello star system e a disagio con le etichette imposte dalla celebrità, dall’altra parte venivano accusati di essersi venduti al mainstream da parte della comunità alternative. A rendere le cose ancora più difficili contribuiva l’esordio in sala d’incisione con la band del batterista Dave Abruzzese, che aveva sostituito Dave Krusen poco prima dell’uscita di Ten, e del produttore Brendan O’Brien.
«Era come se stessimo registrando di nuovo il nostro primo album – raccontava il bassista Jeff Ament a Rolling Stone nel 2017 – avevamo un nuovo batterista e un nuovo produttore, e Dave aveva uno stile completamente diverso da Krusen». Anche se le sessioni di registrazioni non furono facili – i conflitti tra le personalità della band erano all’ordine del giorno mentre Vedder era decisamente scontento dello studio scelto per le incisioni – i Pearl Jam con Vs. ne uscirono alla grande, con un album che rimane ad oggi uno dei record più solidi della loro lunga e leggendaria carriera.
Più sicuro, più pesante e più arrabbiato rispetto al debutto, Vs. spinse la band a esplorare nuovi suoni e nuove dinamiche, tra suggestioni acustiche come Daughter e Elderly Woman Behind the Counter in a Small Town, e brani vicino al funky come Rats e Animal. “Poche band riescono a comunicare il proprio talento come fecero loro con Ten“, scrisse Paul Evans nella recensione uscita su Rolling Stone nel 1993, “ma con Vs. i Pearl Jam riuscirono addirittura a superare quanto fatto con l’album di debutto”.
Per onorare l’album nei giorni del suo 25esimo anniversario ecco 10 cose che probabilmente non consocete di Vs.
1. La band giocava a softball ogni giorno prima di registrare
Essendo un musicista di talento, O’Brien capì immediatamente che la band doveva essere distratta dalle gigantesche aspettative dei fan e dell’etichetta discografica. «La loro popolarità era appena salita alle stelle per cui pensai che il mio ruolo in quel momento consistesse nel far entrare quei ragazzi in un sala di registrazione per fare un disco, senza altri pensieri», rivelò il produttore nel 2013 a Rolling Stone.
Per cui, durante le registrazioni di Vs., O’Brien portava ogni giorno la band a giocare a softball per scaricare la tensione. «Ci incontravamo ogni mattina – raccontava il produttore a Cameron Crowe in un’intervista per il documentario Pearl Jam Twenty – ci dicevamo “Ok, domani alle 9,30 facciamo due chiacchiere in cucina e poi facciamo una partita a softball”. Era un modo per fare gruppo e per divertirci, lo abbiamo fatto per un po’».
2. La band ha registrato l’album una canzone alla volta
Mentre per le band rock degli anni Novanta era tipico registrare i loro album a fasi, completando prima le parti ritmiche per poi incidere gli altri strumenti e infine le voci, O’Brien e i Pearl Jam decisero di preservare l’intensità dei brani registrando per intero tutti i brani, uno alla volta.
«Il mio compito era far sentire tutti quanti creativi il più possibile – rivelava il produttore a Crowe – l’idea era di vivere dentro lo studio, lavorando alle canzoni registrandole una alla volta in modo da non stressare la band». «È stato un ottimo metodo di lavoro – disse Abruzzese a Drummer nel 1993 – di solito si registra prima la sessione ritmica, poi le chitarre e infine la voce… e quando si arriva alle voci il batterista è stufo di starsene seduto ad ascoltare la stessa traccia più e più volte. Per questo motivo coinvolgere tutta la band fin dall’inizio è stata una grande idea per mantenere tutti quanti lucidi e freschi».
3. Eddie Vedder si preparava a registrare le parti vocali dormendo nel suo furgone
Alcuni anni dopo Vedder avrebbe parlato di Vs. come “l’album che mi è piaciuto di meno”, in parte per i lussuosi studi di registrazione in cui la band incise l’album, lontani dall’immaginario cercato nei testi dal frontman dei Pearl Jam. «Odio questo posto – disse Vedder a Rolling Stone durante le incisioni – Come si può fare un disco rock qui? Forse i vecchi rocker amano questo posto, forse hanno bisogno di tutti questi comfort, forse gli piace cenare qui dentro».
Ecco perché, per immedesimarsi nell’interpretazione dei testi, Vedder occasionalmente abbandonava lo studio per guidare fino a San Francisco, dove passava alcune notti nel suo furgone prima di tornare a registrare. «Nessuno poteva prevedere che Vedder avrebbe odiato lo studio – disse O’Brien a Crowe – non gli andava a genio che Stone [Gossard] si presentasse in studio in vestaglia e pantofole per suonare rock. Ad un certo punto doveva scrivere i testi di alcune canzoni e mi disse che doveva andare via da quel posto, scomparire per un po’».
4. ‘Go’ è stata composta durante una jam attorno a un falò
Nonostante Abruzzese sia rimasto per poco nei Pearl Jam – fu licenziato nell’agosto del 1994 a causa dei continui conflitti personali e musicali con il resto della band – l’apporto del batterista al lavoro fu cruciale. Il più importante fu l’idea da cui nacque Go, il brano che diede la spinta decisiva a Vs.
Una notte la band si era ritrovata attorno a un falò e Abruzzese iniziò a suonare un riff con una chitarra acustica, con il resto della band che subito si attaccò al batterista in una jam session. «Semplicemente mi capitò di prendere in mano la chitarra nel momento giusto», disse il batterista a Modern Drummer. «Stone mi chiese cosa stessi suonando, poi Jeff iniziò a seguirmi e Eddie a cantarci sopra e a quel punto il mio riff si era trasformato in una canzone».
«Era strano che un batterista suonasse la chitarra – disse il chitarrista Mike McCready a Rolling Stone – ma era altrettanto raro trovare un riff così bello. Quella notte ci lavorammo sopra e l giorno dopo finimmo la canzone in studio».
5. ‘Glorified G’ fu ispirata dalle pistole di Dave Abruzzese
Il rapporto con la celebrità di Abruzzese era totalmente opposto rispetto a quello di Vedder, differenza che aumentò durante le sessioni di Vs quando Ament rivelò al frontman che il batterista aveva comprato una pistola.
«Hai comprato una pistola?», gridò Vedder fuori di sé, «In realtà ne ho comprate due», rispose il batterista. Da quello scambio di battute Vedder scrisse versi con cui prendeva in giro Abruzzese (“Got a gun, fact I got two/That’s OK, man, ’cause I love God/Glorified version of a pellet gun/Feels so manly, when armed“) da cui poi nacque il testo che il cantante incise sopra una jam creata da Ament, Gossard e McCready. Il risultato fu il nucleo di Glorified G.
6. ‘W.M.A.’ fu ispirata dagli abusi di potere della polizia
Nelle note di copertina di Vs., la pagina del testo di W.M.A. comprendeva un ritaglio di giornale che raccontava di Malice Green, un uomo afroamericano morto nel novembre del 1992 dopo uno scontro con la polizia. Tuttavia, stando a quanto raccontato da Vedder, il testo in realtà fu ispirato a un episodio in cui alcuni agenti abusarono del loro potere e di cui il cantante fu testimone in prima persona.
«Stavo in sala prova dalla mattina alla sera, non mi lavavo da giorni, ero decisamente grunge», raccontò Vedder a Melody Maker nel 1994. «Ero seduto insieme a questo tizio con la pelle più scura della mia ed ecco che arrivano questi poliziotti, dritti verso di noi. Mi ignorarono e iniziarono a prendersela con quel tipo, che era fottutamente più rispettabile di me. Iniziarono a molestarlo così io mi misi in mezzo… avevo tutta questa rabbia che mi scorreva nelle vene. Mi aveva mandato fuori di testa. Sono tornato in studio e insieme ai ragazzi ho iniziato a lavorare su quanto era successo, registrando il testo e le parti vocali, da quell’episodio è nata la canzone».
7. ‘Better Man’ è stata esclusa dell’album proprio perché poteva diventare una hit
Sono poche le band che scarterebbero un pezzo perché ‘colpevole’ di avere troppo potenziale commerciale, ma i Pearl Jam del 1993 non erano come tutte le altre band. Innervositi da chi li accusava di essersi “venduti” con il loro primo album, e già intrappolati nella bolla del successo, erano determinati a non registrare niente che fosse troppo commerciale. Così quando O’Brien disse che Better Man suonava come una hit, il suo entusiasmo finì per spegnere quello del gruppo.
«Quando hanno finito di suonarla ho detto: “Fantastico! Questa è una hit! Un brano meraviglioso”», ha detto. «All’improvviso hanno tutti guardato verso il pavimento, era come se la stanza si fosse svuotata. Sapevo di aver detto una cosa sbagliata». Vedder pensò addirittura di dare il brano a Chrissie Hynde per un album di beneficienza di Greenpeace, ma la band e O’Brien lo convinsero a fare altrimenti. Il brano, poi, finì su Vitalogy (1994). «L’abbiamo dovuta registrare altre due volte perché Eddie si sentisse a suo agio», ha detto O’Brien. «È davvero uno splendido pezzo pop».
8. L’album doveva intitolarsi ‘Five Against One’
“One, two, three, four, five against one” canta Vedder in Animal, uno dei brani più analizzati della scaletta di Vs.: per qualcuno parla di stupro, per altri della persecuzione dei media. A prescindere dal significato del brano, la frase “Five against one” piaceva molto a Gossard, che voleva trasformarla nel titolo dell’album.
«Per me quel titolo rappresentava tutte le difficoltà che si affrontano registrando un album», ha detto a Rolling Stone mentre la band chiudeva le incisioni. «La tua indipendenza – la tua anima – contro quella di tutti gli altri. In questo gruppo, e credo nel rock in generale, l’arte del compromesso è importante tanto quanto il puro talento espressivo. Puoi avere una band con quattro grandi artisti, ma se non sanno lavorare insieme e raggiungere un compromesso, non avranno mai successo. Credo che per Eddie la frase abbia un significato completamente diverso, ma quando l’ho sentita mi sembrava perfetta».
Per ragioni ancora oggi sconosciute, il titolo fu cambiato all’ultimo minuto in favore di Vs.
9. La pecora in copertina simboleggiava lo stato d’animo della band durante la realizzazione dell’album
Dopo il drammatico ritratto sulla copertina di Ten, i Pearl Jam scelsero una strada diversa per l’artwork di Vs.: una pecora che infila il muso in una rete. Mentre alcuni fan interpretarono l’immagine come una critica al pubblico più accondiscendente, Ament ha sempre detto che in realtà rifletteva lo stato d’animo della band durante la realizzazione dell’album.
«La pecora in copertina era di un contadino di Hamilton, in Montana», ha detto nel 2001. «Quell’immagine rappresenta più o meno come ci sentivamo all’epoca. Come diceva Prince, eravamo schiavi».
10. Dall’album furono estratti sei singoli – e tutte le volte la band si è rifiutata di girare un videoclip
Un po’ come succedeva a Prince, i Pearl Jam si sono sempre sentiti osteggiati e incompresi dalla loro etichetta discografica. Epic Records, per esempio, chiese che la voce di Vedder fosse più alta nel mix di Vs. – una richiesta che la band rifiutò rapidamente – e voleva che la band apparisse nel video di Go, il primo singolo. Nonostante MTV fosse più che entusiasta all’idea di inserire una clip dei Pearl Jam nella sua rotazione quotidiana, la band si rifiutò. Avrebbero fato la stessa cosa per Daughter, Animal, Elderly Woman Behind the Counter in a Small Town, Dissident e Glorified G, tutti usciti come singoli prima della fine del ciclo promozionale dell’album. I Pearl Jam non faranno più un videoclip fino al 2006, con Life Wasted.
Secondo Ament, la posizione anti-video della band era figlia di un incontro con Mark Eitzel, leader dell’American Music Club. Eitzel disse alla band di amare Jeremy, ma che il video del brano aveva rovinato la sua visione del testo. «Vorrei che tra dieci anni la gente ricordasse le nostre canzoni, non i video», disse Ament nel 1993.
Non tutti i membri della band erano d’accordo con l’editto anti-video, ma la decisione di allontanarsi dal mondo di MTV si rivelò quella giusta. «Quando ci siamo “ritirati” pensavo fosse sbagliato», ha detto McCready nel 2006. «Ero giù di corda, perché volevo che continuassimo a fare video. Avevamo questa possibilità, meglio approfittarne, non credi? Per fortuna non abbiamo fatto un errore, e siamo ancora qui. Forse abbiamo alienato parte del nostro pubblico, e di questo mi spiace molto. Ma ci ha permesso di sopravvivere come band».
«Con il senno di poi devo dire che è stato geniale», ha detto Gossard. «Era quello che bisognava fare… se avessimo seguito i consigli di chi era nell’industria, o il nostro ego, ci avrebbe affondato».