Piotta ha avviato un’azione legale contro il Premio Tenco per l’esclusione dalle Targhe 2024 | Rolling Stone Italia
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Piotta ha avviato un’azione legale contro il Premio Tenco per l’esclusione dalle Targhe 2024

Il cantante chiede l’accesso a tutti gli atti e la sospensione dell’assegnazione del premio nella categoria “Album in dialetto” in cui ha candidato il suo ‘Na notte infame’, «con riserva di ogni ulteriore azione legale, anche risarcitoria»

Piotta ha avviato un’azione legale contro il Premio Tenco per l’esclusione dalle Targhe 2024

Piotta

Foto: Alfredo Villa

Piotta, ovvero Tommaso Zanello, ha inviato tramite il suo avvocato una diffida formale al presidente del Premio Tenco. Il cantante chiede l’accesso alla documentazione relativa alla definizione della cinquina dei dischi candidati nella categoria “Album in dialetto” delle Targhe Tenco 2024, categoria dalla quale è stato escluso. Chiede inoltre la sospensione dell’assegnazione del premio in quello specifico gruppo di album.

Un breve riassunto. Nella prima fase delle votazioni da parte dei circa 300 giurati vengono selezionate le cinquine che si giocheranno le Targhe Tenco in varie sezioni, dall’album alla canzone dell’anno. Gli artisti hanno facoltà di caricare sulla piattaforma del Tenco le proprie candidature nelle varie categorie. Lo staff del Piotta lo ha fatto nella categoria “Album in dialetto” per ‘Na notte infame. Allo stesso tempo, i giornalisti possono votare liberamente album non esplicitamente candidati.

Il Tenco però non controlla preventivamente che tutte le autocandidature o che tutti i dischi votati dai giornalisti siano conformi ai requisiti di ogni categoria. Il controllo viene effettuato dopo la votazione, nel momento in cui deve stabilire i cinque dischi più votati in ogni categoria, la famosa cinquina che si gioca la vittoria finale. A quel punto, nonostante un certo numero di giornalisti abbia effettivamente espresso la propria preferenza per ‘Na notte infame.

L’esclusione ha spinto Piotta a scrivere online i propri dubbi. È seguito un botta e risposta col Tenco, che ha spiegato in un primo momento di avere escluso l’album perché «secondo i parametri inequivocabili del nostro regolamento, i testi dell’opera non sono scritti e cantati per oltre il 50% in alcun dialetto o lingua minoritaria». In un comunicato di venerdì l’organizzazione ha specificato che «un solo brano su undici è in dialetto romanesco (Lella…e poi), sette canzoni sono in italiano standard (Ognuno con un se, Lode a Dio, Ode romana, Io non ho paura, Se se se se, Figli di un temporale, L’amore cos’è) e tre testi (‘Na notte infame, Professore, Serpico) contengono sporadici tratti classificabili come dialettali inseriti all’interno di un testo in italiano». Ovvero: i testi almeno in parte in dialetto sarebbero 4 su 11, non il 50% necessario per candidarsi e quindi l’esclusione è doverosa.

Secondo gli avvocati invece l’album «è oggettivamente interpretato in dialetto romano», «non solo per nostro parere ma per quello di varie istituzioni e associazioni culturali».

La seconda questione al centro della disputa è l’esclusione del disco che è avvenuta dopo e non prima delle votazioni. Nella diffida spedita dal Piotta, riporta Repubblica, si legge che «la candidatura dell’album nella categoria “Album in dialetto” è stata accettata senza obiezioni dagli organizzatori. Tuttavia, con grande sorpresa dell’artista e del suo staff, l’album non è stato incluso nella rosa dei finalisti». Sarebbe stato «indubbiamente più corretto escludere il lavoro – qualora realmente non conforme al regolamento – prima dell’apertura delle operazioni di voto da parte dei giurati. Lo sarebbe stato nei confronti dell’artista ma anche come segno di rispetto del prezioso lavoro svolto appunto dai suddetti giurati».

A tale proposito, venerdì il Tenco ha specificato che «nella scheda di iscrizione compilata online dallo staff dell’artista, l’autocandidatura è stata inserita solo nella categoria 2 (migliore album in dialetto o lingua minoritaria parlata in Italia) e che nella scheda viene richiesto obbligatoriamente di accettare che chi manda la candidatura è “responsabile della scelta della categoria”». In altre parole: la colpa sarebbe di chi ha incautamente inserito il disco di Piotta in quella categoria.

Per gli avvocati del cantante, l’esclusione appare invece «irragionevole, pretestuosa e anche incongrua da un punto di vista artistico». L’artista, dunque, «richiede di poter accedere agli atti della procedura di votazione, compresi il numero preciso dei voti ricevuti dall’album e tutte le delibere relative all’esclusione dell’album e all’ammissione degli altri lavori discografici in dialetto. In via cautelativa, si chiede la sospensione di tutte le operazioni connesse all’assegnazione del Premio Tenco per la categoria “Album in dialetto”, con riserva di ogni ulteriore azione legale, anche risarcitoria».

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