Piotta vs Club Tenco, la Crusca dà ragione al rapper, che però resta escluso: «Non ha i requisiti» | Rolling Stone Italia
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Piotta vs Club Tenco, la Crusca dà ragione al rapper, che però resta escluso: «Non ha i requisiti»

Continua la diatriba tra l'artista e il Club sull'uso del dialetto in 'Na notte infame'. Nonostante la posizione presa dalla Crusca, il 'Tenco' replica: «Un solo brano su undici è in dialetto romanesco, gli altri sono in italiano o con sporadici tratti dialettali»

Piotta vs Club Tenco, la Crusca dà ragione al rapper, che però resta escluso: «Non ha i requisiti»

Piotta

Foto: Alfredo Villa

È romanesco o non è romanesco? Come mai è stato votato un album e poi escluso? Ma soprattutto, ci si accorge che era nella categoria sbagliata soltanto al momento della cinquina? Sono alcune delle tante domande aperte dal caso ‘Na notte infame di Piotta, scartato dalla lista dei cinque Migliori album in dialetto o lingua minoritaria parlata in Italia del Premio Tenco 2024 e che ha fatto scoppiare una polemica che tiene banco da giorni. A innescare la miccia ci aveva pensato il rapper, che dopo l’annuncio delle varie liste scelte dai giurati, aveva chiesto il perché dell’esclusione nonostante i voti che sosteneva aver ricevuto. La risposta del Club Tenco era così arrivata subito: «Secondo i parametri inequivocabili del nostro regolamento, i testi dell’opera non sono scritti e cantati per oltre il 50% in alcun dialetto o lingua minoritaria». Una risposta che, però, invece di fugare ogni dubbio ne ha aperto un altro che, probabilmente, è ancora più intricato.

La disputa, infatti, si è spostata sul dialetto romanesco e se quello utilizzato dal Piotta nell’album lo sia o meno e in quale percentuale. Tanto che l’Adnkronos, per avere un parere di un esperto, ha interpellato Paolo D’Achille, presidente dell’Accademia della Crusca e docente di Linguistica italiana all’Università Roma Tre: «Stabilire i confini che separano il dialetto romano dall’italiano è difficile dal momento che il romanesco rispetto alla lingua italiana si trova in una posizione di continuum, cioè non c’è un salto tra lingua e dialetto». E ha concluso la sua analisi in favore del rapper: «Darei ragione a Piotta. Il dialetto romano, infatti, ha delle strutture più vicine all’italiano e ha assunto una toscanizzazione nel Cinquecento».

Tutto sbagliato, tutto da rifare? Non è dello stesso avviso il Club Tenco, che ha replicato nuovamente precisando ancor più nel dettaglio perché il suo disco, regolamento alla mano, non conteneva la “dose” stabilita per poter essere considerato in dialetto: «Nell’album ‘Na notte infame, un solo brano su undici è in dialetto romanesco (Lella…e poi), sette canzoni sono in italiano standard (Ognuno con un se, Lode a Dio, Ode romana, Io non ho paura, Se se se se, Figli di un temporale, L’amore cos’è) e tre testi (‘Na notte infame, Professore, Serpico) contengono sporadici tratti classificabili come dialettali inseriti all’interno di un testo in italiano». E ha riportato lo stralcio del regolamento che si riferisce al caso specifico: «Le sezioni 1, 2 e 4 devono contenere almeno la metà dei brani che siano afferenti alla categoria nella quale concorrono, salvo casi da valutare volta per volta». Per questo motivo, per i giurati, «si ritiene che l’album in questione non abbia i requisiti linguistici per competere nella sezione 2 (Migliore album in dialetto o lingua minoritaria parlata in Italia), essendo la componente dialettale nettamente inferiore al 50% del totale».

Ma come ci è finito in quella categoria? Anche su questo punto il Club Tenco ha voluto precisare: «Si specifica che nella scheda di iscrizione compilata online dallo staff dell’artista, l’autocandidatura è stata inserita solo nella categoria 2 (migliore album in dialetto o lingua minoritaria parlata in Italia) e che nella scheda viene richiesto obbligatoriamente di accettare che chi manda la candidatura è “responsabile della scelta della categoria”».

In attesa di ulteriori sviluppi, se ci saranno, le varie cinquine che si giocheranno la vittoria finale il 17, 18 e 19 ottobre al Teatro Ariston di Sanremo sono le seguenti. In questo momento però sembra chiaro che Piotta non rientrerà tra i possibili candidati lasciando quindi a contendersi la vittoria Eleonora Bordonaro con Roda; Mesudì con Nodi; Setak con Assamanù; Massimo Silverio con Hrudja; Davide Van De Sfroos con Manoglia.

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