«Ho lavorato incessantemente a questo album per due anni, con l’obiettivo di alzare l’asticella. Dopo il successo di Logico, che sfiorava le sonorità elettroniche, volevo ripartire da lì, ma andare oltre, per superare me stesso. Credo che questo disco abbia avuto una congiunzione astrale unica e irripetibile: in 18 anni ho imparato tante cose nel mondo della musica, sia nella scrittura che negli arrangiamenti». Così Cesare Cremonini presenta Possibili Scenari, il suo sesto disco solista, il terzo di una trilogia iniziata con La teoria dei colori, realizzata con Universal.
L’album, come ormai da tradizione per il 37enne bolognese, è stato registrato al Mille Galassie, lo studio che Cremonini ha costruito a Casalecchio assieme al suo storico produttore e manager Walter Mameli. Uscirà il 24 novembre, il giorno della morte dell’idolo di Cesare, Freddy Mercury. Introdotto dal singolo Poetica, «un pezzo orgogliosamente suonato», che, nonostante i quasi cinque minuti di durata, è andato alla grande in radio, l’album è composto da dieci tracce, che contengono molti dei tratti distintivi della ormai ventennale carriera dell’ex Lùnapop, e non pochi elementi di novità. A cominciare dal suono, estremamente vario, grazie anche al mixaggio effettuato tra Londra e New York.
«La prima cosa che rivendico è la libertà di un prodotto, io voglio essere un uomo più che musicista e il mio modo di rapportarmi con questo lavoro è sempre lo stesso. Possibili scenari non ha un solo padre, ma molti riferimenti musicali, dai miei precedenti dischi alle band e ai compositori internazionali, su tutti i Beach Boys con i loro meravigliosi cori. Un disco per me speciale da un punto di vista artistico e umano», spiega Cremonini. Possibili scenari conferma l’approccio artigianale dell’artista, quanto di più lontano da un certo tipo di musica “nata a tavolino” che oggi conquista le vette delle classifiche.
«Ho cercato solo di essere coraggioso e onesto, sono andato a caccia dell’empatia con il pubblico. Poetica dimostra la mia volontà di non accontentarmi, ma di saltare dal trampolino più alto. Non ho avuto una carriera lineare, ho passato anni difficili dopo il successo con i Lùnapop, che mi hanno insegnato molto. Il mio repertorio si porta dietro la mia storia personale». Che è anche quella di …Squérez? , il disco più venduto di una band italiana con oltre un milione e mezzo di copie, che nel 2019 compirà 20 anni. «Lo celebreremo, stiamo lavorando a una uscita», ha spiegato il ceo di Universal Alessandro Massara durante la conferenza stampa.
Le canzoni dell’album vanno dalle sonorità alla Frankie Goes to Hollywood e Depeche Mode della title track, che aprirà il prossimo tour, ai ritmi allegri e leggeri di Kashmir-Kashmir, e poi «il rock psichedelico e rarefatto» di Un uomo nuovo. E ancora Nessuno vuole essere Robin, «uno dei brani a cui sono più legato, che riflette sulle debolezze della nostra società oggi e che mette al centro di tutto la figura del cane», gli anni ’60, «sempre molto presenti nella mia vita», e le atmosfere nostalgiche del Cielo era sereno. Fino Al tuo matrimonio, ispirata dal film Il laureato, e La macchina del tempo, la grande canzone d’amore che chiude il disco.
«I testi sono centrali come sempre, e grazie anche al lavoro del mio autore Davide Petrella. Possibili scenari è un album molto istintivo, e poco ragionato. E non mi vergogno a dire che è nato per essere influente: la molla da cui è partito è la visione della biografia su Brian Wilson e il suo Pet Sounds, dal titolo Love & Mercy. Lorenzo mi ha detto: “Ti ammiro perché hai portato di nuovo la musica nell’arte”. Per me è un po’ troppo, ma è un approccio e un’ambizione che rivendico».
Per la prima volta, il prossimo giugno, Cremonini suonerà negli stadi, da San Siro all’Olimpico, fino alla data più sentita, quella al Dall’Ara di Bologna del 26. «L’idea di un simile tour estivo mi ha messo quel briciolo di pressione in più, che per me è stata fondamentale per lavorare bene. Questo è il sogno della mia vita, ma quelle date non saranno una mia festa o una mia celebrazione: voglio entrare allo stadio da musicista e da performer, e capire che spettacolo regalare al pubblico, conservando il mio stile, sarà d’ora in poi la mia priorità. Credo che il pop possa permettersi di fare dei grandi concerti, tenendo la musica al primo piano».