Sentite questa. Will Brooker di professione fa il docente di Cinema e studi culturali alla Kingston University di Londra. Un bel giorno qualcuno gli commissiona una biografia di David Bowie, un’analisi molto dettagliata sugli usi e soprattutto costumi (nel vero senso della parola) della popstar inglese.
L’idea di Brooker, quindi, è quella di immedesimarsi totalmente nella vita e nella mente di Bowie, definita dallo stesso docente «un posto davvero pericoloso dove non vorresti stare per troppo tempo».
Tutto ciò nella pratica si traduce non solo seguendo le abitudini alimentari del cantante (si parla di diete a soli peperoncini e latte), gli interessi culturali o i viaggi, ma andando persino in giro agghindato secondo l’ordine cronologico delle livree. Da Ziggy Stardust a Let’s Dance, per intenderci.
Qualche tweet con foto vale più di mille descrizioni:
Bowie keynote “look” pic.twitter.com/oRE5mjw524
— will brooker (@willbrooker) 16 Luglio 2015
@willbrooker thank you for sharing your love that is BOWIE #davidBOWIEsymposium pic.twitter.com/1LHA478OIx
— Thrown Into Disarray (@Into_Disarray) 17 Luglio 2015
This has been one of the more unusual days in my academic life pic.twitter.com/e70n3ksRQm
— will brooker (@willbrooker) 15 Luglio 2015
Sembra un progetto eccentrico ma plausibile. C’è solo un un’ultima questione da chiarire: e la droga?
Sarebbe da pazzi negare l’abuso di sostanze che Bowie ha perpetrato per una vita. È una domanda lecita e probabilmente ci abbiamo pensato un po’ tutti. Ecco la risposta di Brooker al Guardian: «Per fortuna mi sto approcciando alla sua carriera cronologicamente. Perché credo che dall’83 in poi Bowie fosse sobrio. Penso che mi abbronzerò, mi metterò in forma, cambierò pettinatura, mi sbiancherò i denti.»
E tanti saluti alla plausibilità dell’esperimento.