In un’intervista a Pollstar, il promoter canadese Michael Cohl ha raccontato un simpatico siparietto accaduto nel 1989 tra Keith Richards e il candidato repubblicano Donald Trump.
L’ultima data del tour degli Stones del 1989 avrebbe dovuto tenersi al Boardwalk Hall di Atlantic City, sponsorizzata dal Trump Plaza Hotel and Casino lì vicino. La band aveva però espresso la volontà di non essere in nessun modo associata alla figura di Trump. Cohl, promoter proprio di quel tour, la band e Trump raggiunsero quindi un accordo: il concerto si sarebbe tenuto solo se la figura di Trump non fosse stata in alcun modo pubblicizzata e lo stesso magnate non fosse stato presente alla serata. Ma, una volta che la band assieme a Cohl raggiunse la sala stampa per tenere una conferenza, scoprirono che era occupata. E chissà poi da chi? Dallo stesso Trump.
Dopo alcuni tentativi di Cohl di far scendere Trump dal podio, stava quasi per desistere, quando Keith Richards, decise di risolvere le cose a modo suo. «Keith tirò fouri il suo coltello, sbattendolo sul tavolo, e mi disse: “Perché diavolo sei qui? Devo andare là a cacciarlo io stesso? Uno di noi deve uscire da questo palazzo, lui o noi”». Cohl allora cercò di evitare il peggio, andando con molta più convinzione da Trump: «Nella mia testa mi chiedevo cosa stessi facendo, visto che stavo cacciando Trump dal suo stesso edificio».
Quando i toni si accesero, Trump cercò anche di minacciare con la forza Cohl. Un tentativo smontato dall’intervento di 40 uomini della sicurezza degli Stones accorsi per chiarire la situazione, con cric, mazze da hockey e cacciaviti.
Strano che questa vicenda non sia finita tra le 19 storie più incredibili della vita di Richards.