A pochi giorni dall’inizio del processo per sfruttamento della prostituzione e racket, i pubblici ministeri del caso R. Kelly hanno chiesto di ammettere nuove prove per abusi sessuali e corruzione di un testimone.
In alcuni documenti depositati venerdì, l’accusa sostiene di avere prove relative a “crimini non perseguiti” del cantante, tra cui l’abuso di un ragazzo di 17 anni che Kelly avrebbe incontrato in un McDonalds nel dicembre 2006.
Il cantante avrebbe invitato il giovane, che aspirava a fare il musicista, nel suo studio e, secondo quanto riporta l’Associated Press, gli avrebbe chiesto cosa fosse disposto a fare per entrare nel settore. Secondo l’accusa, Kelly avrebbe avuto un rapporto sessuale col ragazzo, che all’epoca era ancora minorenne. Il giovane si sarebbe anche offerto – in accordo col cantante – di contattare un amico che faceva parte della giuria del processo del 2008 (per pedopornografia), ma i pubblici ministeri non sono in grado di dimostrare se quel contatto sia mai avvenuto. Successivamente, un altro amico del ragazzo, anche lui minorenne, avrebbe avuto una relazione sessuale con Kelly.
Se il giudice dovesse ammettere le prove, le vittime sarebbero testimoni del processo di Brooklyn, previsto per il 9 agosto. In più, l’accusa ha intenzione di mostrare prove recuperate da centinaia di telefoni e tablet di Kelly – che includono video degli abusi – per dimostrare «gli abusi fisici e psicologici che Kelly metteva in atto per mantenere il controllo delle donne con cui aveva una relazione, così come l’uso di registrazioni audio e video».
Secondo la CNN, l’accusa vuole utilizzare nuove prove anche relative alle accuse di racket: Kelly e il suo “crisis manager” avrebbero parlato di corrompere un cancelliere per avere informazioni sulle accuse che lo riguardano. Pochi giorni fa, il cantante ha cambiato team legale e licenziato il suo avvocato.