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Raiz: «Pino D’Angiò è stato uno dei tanti “internapoletani”»

I ricordi del cantante degli Almamegretta, di Enrico Ruggeri («Uno dei colleghi più simpatici di sempre, mai rancoroso, mai competitivo»), dei Bnkr44 («Ci ha insegnato il valore della vita, dell’umiltà e della spensieratezza»), della stampa estera

Foto: Universal Music Italia (1), Riccardo Piccirillo (2)

«Pino D’Angiò è stato uno dei tanti “internapoletani”», dice Raiz in un’intervista rilasciata a Repubblica in cui parla tra le altre cose del suo spettacolo basato sulle canzoni di Sergio Bruni Si ll’ammore è o contrario d’’a morte e dell’intenzione di fare alcuni concerti con gli Almamegretta nel 2025 per i 30 anni di Sanacore.

«Gli devo tanto del mio divertimento da adolescente», dice Raiz a proposito di D’Angiò, «quando sul beat rubato di Ma quale idea – e tanta altra funk music – passavo ore spensierate nei dj set pomeridiani delle discoteche».

Raiz, che sta lavorando a una sorta di stand-up, «che non sarà comico, ma che sarà anche comico, si parte dall’autobiografia e si arriva alla finzione» e tornerà «per qualche flashback» a vestire i panni di don Salvatore nella quinta stagione di Mare fuori, è uno dei pochi cantanti italiani che ha ricordato D’Angiò.

Lo ha fatto Enrico Ruggeri, che su X scrive: «Quante partite con la Nazionale Cantanti, quante cene, quanti discorsi. Uno dei miei colleghi più simpatici di sempre, mai rancoroso, mai competitivo. Poi ci si perde di vista. E adesso mi manca ciò che non è stato».

Lo hanno ricordato i Bnkr44, che hanno chiamato D’Angiò a cantare con loro Ma quale idea nella serata delle cover e dei duetti di Sanremo 2024, pubblicando poi il pezzo (è diventato di recente disco di platino). Il gruppo lo ha ricordato sabato sul palco di Battiti Live a Otranto: «Vogliamo prenderci un momento per omaggiare, ricordare ma soprattutto ringraziare una leggenda, un’icona, un uomo che ha fatto innamorare e ballare tutto il mondo e che a noi ci ha insegnato il valore della vita, il valore dell’umiltà e il valore della spensieratezza».

E ancora: «Pino ha sempre sorriso in faccia al diavolo, è sempre stato un guerriero e ci ha insegnato ad amare la vita nonostante questi comporti il dolore. Ma soprattutto ci ha insegnato sempre a seguire le nostre idee, a fare quello che ci pare senza ascoltare nessuno».

Anche la stampa estera, specialmente quella di lingua spagnola, ha scritto del “músico e intérprete disco” scomparso all’età di 71 anni. A questo link ad esempio lo spagnolo El País, a questo Ouest-France. Se abc.es lo ricorda citando l’autodefinizione «el inventor del rap en Europa», l’olandese Nos lo considera l’eroe dell’Italo disco.

Su Trance History lo si ricorda per The Age of Love, considerato uno dei primi, se non il primo pezzo trance. Ricordava il cantante che «lo scrissi in Belgio nel ’90, con l’amico Bruno Sanchioni, e voleva essere un esperimento. Era talmente lontano dai miei lavori classici che chiesi di pubblicarlo senza il mio nome, rimanendone solo autore».

La Rai ha invece deciso «per rispetto del momento di lutto» di non mandare in onda ieri sera l’esibizione dei Bnkr44 con D’Angiò. Sarà trasmessa in una delle prossime puntate.

A questo link l’intervista che abbiamo fatto a Pino D’Angiò sette mesi prima del ritorno sulla scene a Sanremo. Definiva Ma quale idea «una donna bellissima, ma un po’ zoccola», raccontava l’incontro con Mina e la spaghettata con Marvin Gaye, il revival e il successo all’estero, ma anche il tumore alla gola e ai polmoni.

«Adesso, mentre parlo con te, ho in corso un tumore polmonare e come vedi mi manca il fiato e devo bere ogni tot. Non è che sto proprio in forma, però a questo punto mi dispiace, perché credo che non sia giusto, però con chi me la prendo? Forse con me», diceva riferendosi alle tante sigarette fumate. «Questa è stata la mia vita e questa sarà per quel che rimane. Poi si starà a vedere che cazzo succede».

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