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Red Canzian: «Ho beffato la morte tre volte»

Nel libro ‘Centoparole per raccontare una vita’ e in un’intervista il bassista dei Pooh racconta le volte in un cui è stato vicino alla fine. «Nel backstage c’era un esercito di medici e familiari con flaconi e flebo»

Foto press

La dissezione dell’aorta, un tumore al polmone, un’infezione da stafilococco. E un incidente auto con Roby Facchinetti che poteva finire male. Nel libro Centoparole per raccontare una vita uscito oggi e in una nuova intervista al Corriere della Sera Red Canzian dei Pooh racconta le volte in un cui è stato vicino alla fine.

La prima nel 2015. ««Sentii una bomba nel petto, dissezione dell’aorta. Il 40% muore prima di arrivare in ospedale, io fui fortunato perché mentre mi portavano in sala operatoria il professor De Paulis stava per prendere un aereo. Tornò indietro e mi impiantò una protesi da lui brevettata. La cosa incredibile è che 53 giorni dopo ero sul palco di Bolzano per un concerto, anche se dietro le quinte c’era un esercito di medici e familiari con flaconi, flebo… armamentario salvavita».

Tre anni dopo, un esame rivela una macchia nel polmone: è un tumore maligno. «Mi asportarono un pezzo di polmone, ma un mese dopo partiva una mia tournée, ho fatto le prove con le flebo».

Due anni fa, infine, il musicista ha avuto una infezione da stafilococco aureo. «Ho smesso con gli antibiotici solo nel giugno scorso, due anni di cure. Ma sapesse quante tournée ho fatto con la schiena a pezzi: tra una pausa e l’altra, dietro le quinte, mi iniettavano l’antidolorifico».

Nella stessa intervista, Canzian riferisce a Roberta Scorranese di un incidente d’auto con Roby Facchinetti che avrebbe potuto avere conseguenze gravi. «Una volta, dopo un concerto, ero in macchina con Roby e decidemmo di partire per Bologna perché avevamo sentito dire che lì aveva nevicato e volevamo andare a vedere quella prima neve, ma, uscendo da una galleria sull’Appennino, l’asfalto bagnato si trasformò in una lastra di ghiaccio. Guidavo io e persi il controllo. Una carambola, una paura folle ma per fortuna andammo a sbattere contro l’ingresso della galleria successiva».

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