Avrebbe potuto essere il più grande tour nella storia del rock & roll. Una potenza da stadio che avrebbe annichilito anche i più recenti sforzi nel campo da parte di gente come gli U2, Roger Waters e i Rolling Stones. Se si fossero messi d’accordo su un giro del mondo della durata di due anni, se avessero accettato degli sponsor e chiesto prezzi esorbitanti per biglietti e merchandising, i Led Zeppelin probabilmente sarebbero stati la prima formazione a guadagnare un miliardo di dollari in una sola tournée. Avevano trascorso quasi un anno a prepararsi per il loro concerto di reunion alla O2 Arena di Londra nel dicembre del 2007, ma proprio quando compagni di palco, promoter e fan in tutto il mondo avevano cominciato ad eccitarsi al prospetto del primo tour del gruppo dal 1980 in qua, Robert Plant mollò tutto, e nonostante i tentativi non si riuscì a fargli cambiare idea.
Sono passati quasi sette anni dal concerto alla 02 Arena, e l’argomento del tour abortito dei Led Zeppelin ancora brucia a Plant, che incontriamo in un pub vicino la sua casa della zona nord di Londra per parlare della nuova serie di pubblicazioni dedicate alla discografia della band. Mentre spiega la sua decisione di NON girare in tour con i Led Zeppelin, si piega in avanti con modi quasi minacciosi, e gli occhi si spalancano. “Ti piace tornare sempre alle stesse cazzate”, dice. “Un tour sarebbe stato un bordello assoluto fatto di interessi acquisiti, e sarebbe stato l’essenza stessa di tutto ciò che fa schifo nel mondo del rock da stadio. Eravamo circondati da un serraglio di gente che avrebbe dato fuoco alle nostre anime se avesse potuto. E io non sono un jukebox!”
Quasi tutti i colleghi di Plant in questo ramo sono felici di avere a che fare con un simile circo considerando quanto torna loro in tasca dal punto di vista finanziario. “Beh, buona fortuna a loro”, sibila Plant. “Spero che stiano vivendo una mezza età mozzafiato e meravigliosa. Anche se penso che non sia così!”.
Da Celebration Day, la registrazione dell’esibizione del 2007:
Non ci sarebbe nemmeno bisogno di dire che Jimmy Page ha un’opinione tutta diversa sulla situazione. “È ovvio che ci saranno conseguenze se fai solo un concerto. All’epoca del live alla O2 Arena fummo portati a credere che ce ne sarebbero stati altri. Dovresti chiedere a Robert perché cambiò idea all’epoca. Non so nemmeno se ha mai considerato altre possibilità. Non so cosa pensi, per la verità”.
Quando Robert Plant lasciò la band dopo quel concerto, Page, John Paul Jones e Jason Bonham continuarono a provare insieme in Inghilterra, addirittura arrivando a fare audizioni per sostituire Plant. Molti dei nomi sono rimasti segreti finora, ma nel corso degli anni sia Steven Tyler che Myles Kennedy degli Alter Bridge hanno ammesso di aver trascorso dei giorni a suonare in compagnia del trio.
“Ci venivano proposti cantanti da ogni lato”, svela Page. “Il materiale che stavamo preparando era davvero buono. Ovviamente c’erano persone che volevano mandarci in tour il più velocemente possibile. Ma io non ero a mio agio. Andare su un palco con tre di noi dal live alla O2 Arena e un cantante diverso sarebbe stato inadatto. Io volevo vedere cosa avremmo potuto ottenere musicalmente”.
I progetti per un tour furono messi in pausa e Page, Jones e Bonham continuarono a vedersi per delle prove segrete durante il 2008. Si fermarono solo quando John Paul Jones ricevette un’offerta per unirsi a Dave Grohl e Josh Homme suonando il basso nel supergruppo Them Crooked Vultures, che accettò con entusiasmo. Dice Page: “Immagino si possa dire che fu un messaggio molto chiaro”.
Jones (che non ha voluto commentare questo articolo) non ha nascosto di essere stato profondamente deluso da Page e Plant negli anni successivi alla rottura dei Led Zeppelin. Inizialmente non era neanche stato invitato alla reunion del 1985 al Live Aid, e venne chiamato al telefono solo il giorno prima dell’esibizione, dove fu obbligato a suonare le tastiere durante Stairway To Heaven mentre il bassista all’epoca in tour con Plant suonava le sue parti. E mancò anche una telefonata nel caso della reunion di Page e Plant del 1994: ne venne a conoscenza dalla TV. A una conferenza stampa per quel tour, Plant fece una battuta dicendo che Jones stava parcheggiando le auto fuori dalla sala. Quando infine i Led Zeppelin furono introdotti alla Rock and Roll Hall of Fame nel 1995 Jones, a denti stretti, ringrazio gli ex compagni “per essersi finalmente ricordati il mio numero di telefono”.
Them Crooked Vultures girarono in tour fra 2009 e 2010, e i Led Zeppelin non tornarono a materializzarsi una volta finito quell’impegno.
A questo punto, qualunque tipo di impegno continuativo dal vivo, con o senza Robert Plant — sembra davvero improbabile. Dice Jimmy Page sospirando:
La gente mi chiede quasi ogni giorno se una reunion sia possibile. La risposta è no. Sono passati quasi sette anni dal live alla O2. C’è sempre la possibilità, ovvio, che possano riesumarmi e mettermi in una bara sul palco e mettano su un nastro.
Detto questo, Plant rifiuta di dire in maniera inequivocabile che chiude ogni porta alla possibilità di essere di nuovo alla testa dei Led Zeppelin. “Non credo di poterlo escludere al 100%”, dice. “Altrimenti non c’è più la mistica… Tutto succederà come deve succedere. Le porte sono tutte aperte. Le linee telefoniche… Anche. Non ho sentito nessuno. A parlare siamo tutti capaci…. Io penso solo che tutto debba essere nuovo. In una cosa nuova, solo in quel momento puoi incastrarci la storia”.
Vuol dire forse che è disponibile all’idea di registrare nuove canzoni con i Led Zeppelin? “Non puoi fare il consulente matrimoniale in questo caso”, dice, chiaramente irritato da questo tipo di domande.
Stranamente, proprio Plant fu tra quelli che erano favorevoli a una continuazione dei Led Zep senza di lui. “So che continuarono a fare prove, so che avevano un cantante. Non so cosa sia successo. A me sembrava una grande idea”. Plant a questo punto si alza per andarsene, ma si volta un’ultima volta:
Sai perché gli Eagles dissero che avrebbe dovuto “ghiacciarsi l’inferno” per vederli di nuovo insieme e poi invece si riunirono e continuano a girare dal vivo anche adesso? Non è perché sono stati pagati un casino. Non c’entrano i soldi. È perché si annoiano. E io non mi annoio.