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Roberto Angelini fa dietrofront: «Sono un coglione che assume in nero»

Il chitarrista ammette: non c’è alcuna «pazza incattivita» che l’ha tradito, ma una lavoratrice in nero fermata dalla Guardia di Finanza per un controllo. E a Propaganda gli dicono: «Ma perché non suoni e basta?»

Foto: Simone Cecchetti

Da «stavo facendo del bene» a «sono un coglione che assume in nero». Dietrofront di Roberto Angelini sulla storia della lavoratrice che faceva consegne per il suo ristorante priva di contratto. Il chitarrista di Propaganda Live , che venerdì scorso ha pubblicato il singolo L’era glaciale, ha prima smorzato i toni con un post, quindi ammesso la sua colpa in una intervista a Domani.

Giovedì scorso, in un post sui social, Angelini si lamentava del «tradimento» di una «pazza incattivita dalla vita» che l’aveva denunciato alla Guardia di Finanza poiché lavorava in nero per suo il ristorante di sushi, a Roma: «15 mila euro di multa per lavoro in nero. A me… Che ho avuto sempre tutti in regola e non essendo del mestiere, non avrei neanche saputo come fare. Capisco tutto, capisco le giuste lotte per riconoscere i diritti dei rider che lavorano per grandi multinazionali del delivery, ma un piccolo imprenitore cosa avrebbe potuto fare?».

Già venerdì il tono di Angelini era cambiato. «Ho scritto un post di pancia. E forse avrei potuto evitarlo», scriveva du Facebook e Instagram. «Mi dispiace però leggere insulti verso la ragazza e mi rendo conto di essere in una posizione privilegiata. Non avevo previsto tutto questo. Per favore non insultatela più, mi fa sentire in colpa, quando in realtà vorrei tenermi l’incazzatura ancora per un po’. C’è qualcuno di voi che si voleva attivare per un crowdfunding, altri che mi scrivono che verranno in massa al ristorante per sostenermi… Io vi ringrazio di cuore ma no, non fate nulla. Se vi andrà, quando riaprirà, sarete i benvenuti. A chi mi parla di “mai lavoro in nero” dico che sono d’accordo e ho sbagliato. E infatti pago. Ma sicuramente non è questo il luogo per approfondire. E insomma, tutto si risolverà nei modi e nelle sedi adatte».

Sabato un’amica della ragazza che avrebbe denunciato Angelini alla Guardia di Finanza ha fornito su Facebook una lettura decisamente diversa dei fatti. «Il titolare del ristorante», ovvero Angelini, «le aveva promesso di assumerla tramite regolare contratto, ma alla fine, temporeggiando mese dopo mese, continuava a tenerla occupata in nero, facendole dunque correre il rischio di non essere minimamente tutelata in caso, ad esempio, avesse avuto un incidente mentre guidava il furgone con cui faceva le consegne, né in caso di qualsiasi altra fattispecie di infortunio sul lavoro».

E a propsito della denuncia: «Una volta, la mia amica, durante una sera di zona rossa, mentre era in giro a fare consegne a domicilio oltre l’orario del coprifuoco, venne fermata dalla Guardia di Finanza per i noti controlli sugli spostamenti. Le domande riguardavano, come per chiunque sia stato fermato durante questo anno di pandemia, i motivi dello spostamento. L’amica in questione rispose che lavorava per un ristorante e che stava rientrando sul posto di lavoro dopo aver effettuato le consegne a domicilio. Qualche tempo dopo l’amica venne ricontattata telefonicamente dalla Guardia di Finanza (sull’autodichiarazione si lascia anche il recapito telefonico, per chi non lo sapesse, proprio per permettere eventuali accertamenti) e convocata presso i loro uffici. Una volta recatasi lì, ed informata sulle sanzioni penali cui sarebbe andata incontro in caso di false dichiarazioni, seppure intimorita per la situazione in cui si trovava, decise di rispondere alle domande fatte con assoluta sincerità. La finanza, dopo aver preso atto delle affermazioni ricevute, aprì le indagini per verificare se esistesse un rapporto contrattuale tra l’amica, che lavorava con turni definiti presso il ristorante, ed il datore di lavoro. Non rilevando un rapporto regolare, ed anzi verificando l’irregolare ed illegale rapporto di lavoro in nero che si perpetrava da tempo, la finanza sanzionò il ristoratore».

Ieri, in un’intervista a Domani che ha verificato la bontà dei fatti narrati qui sopra, Angelini ha fatto definitivamente dietrofront: si scuserà con la ragazza, «sono un coglione che assume in nero», lascia l’amministrazione del ristorante. «Ho avuto la “sensazione” di essere stato denunciato, ma anche questo è stato un errore, mi scuso anche di questo». Secondo quanto riporta Domani, in caso di successiva assunzione del lavoratore in nero la multaè pari a 7.200 euro. Sale a 14.400, ovvero i 15 mila euro di cui si è lamentato Angelini, se il titolare si riufuta di farlo.

Il tradimento, dice Angelini a Domani, «è che non mi ha detto di essere stata contattata dalla Guardia di Finanza qualche giorno dopo aver avuto il controllo per strada. In un’attività con nove persone che ci conosciamo tutti, mi sarei aspettato questo (…) Non l’ho sentita ma è una cosa che vorrei fare a breve… Rileggendolo a mente lucida ho messo alla gogna questa ragazza. Mi dispiace, ho proprio sbagliato. Ogni riga del mio post è sbagliata, dalla foto all’ultima parola». La gestione del ristorante passerà a «qualcuno che non fa cazzate. Uno si sopravvaluta e pensa di poter fare tutto». Il chitarrista promette inoltre che l’amica continuerà a lavorare per il ristorante: «Da parte mia non ci sarà alcun comportamento strano. È stata una botta nel cervello».

E a Propaganda che dicono? «Mi hanno detto “Ma perché non suoni e basta?”. Praticamente in coro. Li ho messi in cattiva luce, con tutti i servizi di Diego… e poi c’è un coglione che assume in nero».

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