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Roby Facchinetti: «Negli anni ’70 se non prendevi posizione a sinistra, ti mettevano a destra: assurdo»

In una recente intervista il musicista ha raccontato il rapporto tra musica e politica nei Pooh: «Abbiamo scelto di non avere un colore politico così siamo sempre stati liberi»

Foto: Sergione Infuso /Corbis via Getty Images

«Proprio per il fatto che non ci siamo schierati, in quegli anni ci hanno subito messo a destra: se non prendevi posizione a sinistra, voleva dire automaticamente che eri dall’altra parte». Con queste parole Roby Facchinetti ha ricordati gli anni ’70 dei Pooh in un’intervista pubblicata oggi sul Corriere definendo quel modo di ragionare come «assurdo».

«Il fatto che noi Pooh abbiamo scelto di non avere alcun colore politico» ha continuato il musicista interpellato su Pierre, brano del 1976 della band che affrontava il tema dell’omosessualità, a quei tempi ancora un tabù, «si è rivelato azzeccato perché ci siamo sempre sentiti molto liberi nella sperimentazione, sia nei testi che nella musica». Sulle contestazioni invece cita due episodi: «Una molotov che sfiorò il palco dove stavamo suonando al teatro di Salerno» e «la follia della serata al Vigorelli di Milano il 5 luglio 1971 quando il Cantagiro ospitò i Led Zeppellin e noi portavamo Tanta voglia di lei».

Come andò a finire al Vigorelli? «Quanti pomodori prendemmo quella sera noi, Gianni Morandi, Lucio Dalla e i Ricchi e Poveri», ricorda Facchinetti. «La gente non voleva sentire le melodie italiane, voleva solo Robert Plant e compagni».

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