Il chitarrista dei Rolling Stones, Ronnie Wood, ha raccontato la sua vita nel nuovo documentario Somebody Up There Likes Me, incentrato sul suo percorso verso la fama e le successive battaglie per combattere la dipendenza da droghe. In particolar modo, Wood ha raccontato dell’abuso di cocaina e di quando alle feste si portava un becco Bunsen per fumare la sostanza.
«In quel periodo sentivo che la base [di cocaina, ndr] aveva il controllo totale su di me. Ci ho messo tre anni per smettere», racconta Wood nel documentario. «La portavo ovunque andassi. Mi sembrava la cosa migliore da fare. Andavo alle feste portandomi dietro un becco Bunsen per cucinarla e fumarla. La gente mi diceva “sei fottutamente pazzo”, ma a me piaceva moltissimo».
L’ex chitarrista dei Faces, inoltre, ha parlato della sua lotta per ritrovare la sobrietà: «È difficile perché smetti per un periodo e pensi: ce l’ho fatta, sono pulito. Posso farmene solo una. Ma è un grosso errore, perché non puoi fartene solo una. Forse mi appassiono troppo alle cose, e in alcuni casi, come con la musica, non c’è pericolo. Con l’alcool e la droga, invece, si».
Le rivelazioni di Wood arrivano negli stessi giorni dell’uscita di Me, l’autobiografia di Elton John. Nelle pagine del libro, il musicista britannico racconta di quando, negli anni ’80, per poco non sabotò involontariamente un concerto degli Stones.
«Ero parecchio fatto e credevo che Keith Richards continuasse a fissarmi per il modo in cui le mie improvvisazioni al piano stavano migliorando le loro canzoni. Dopo un po’, tuttavia, mi è finalmente entrato nel cervello che l’espressione sul suo volto suggeriva esattamente il contrario», ha scritto Elton.
Nel frattempo i Rolling Stones pubblicheranno in CD e DVD il live inedito Bridges to Buenos Aires, in uscita il prossimo 8 novembre. Il film racconta il concerto del 5 aprile 1998 al River Plate Stadium di Buenos Aires, in Argentina, che concluse una serie di 5 incredibili sold out consecutivi.