Too Good at Goodbyes, l’ultimo singolo di Sam Smith, è stato un trionfo di critica. Scriverlo, però, non è stata una bella esperienza. «Non stavo bene mentre registravo il disco, ero in un brutto momento», ha detto rispondendo alle domande di un’intervistatore d’eccezione, Elton John.
«Mi hanno mollato: scrivere musica su queste cose è una terapia per me, ma questa volta ho avuto difficoltà… non ho toccato lo strumento per due mesi, i miei amici mi hanno costretto a stare in studio», ha spiegato. «Ho seriamente pensato di smettere. Mi sembrava di aver perso me stesso».
Smith si riferisce ai due anni passati dall’uscita di Writing’s On the Wall, il brano scritto per Spectre che gli ha fruttato un premio Oscar. Il cantautore non ricorda la vittoria con gioia: nel discorso di accettazione, infatti, aveva detto di essere il primo gay a vincere il premio. Non era così, ovviamente, ma l’errore era in buona fede: «Mi ha intristito per diverse settimane, ero nervoso», ha detto a Elton John.
«Ho incontrato Ian McKellen e ci abbiamo riso su. Per farla breve, ho fatto una stronzata. Ma ero davvero nervoso… e quando sei nervoso il cervello non si connette alla bocca».