Lazza sta facendo un bel Sanremo e non solo perché è al quarto posto della classifica generale provvisoria. La sua canzone parla di un amore complicato e di risorgere dalle ceneri, anzi, dalla Cenere. «Anch’io sono risorto dalle ceneri», dice nella nostra videointervista, «quando nel 2016 ho iniziato a lavorare con l’etichetta di Slait», ovvero Machete. Pregiudizi sui rapper? «Tatuati e delinquenti che promuovono la droga e la prostituzione. Che io non ho mai promosso. Ne parlo in qualche testo, ma non ho mai detto: fate queste cose. E poi le canzoni non sono sempre autobiografiche».
Lazza, che’8 settembre canterà all’Ippodromo di San Siro, a Milano, stasera poterà all’Ariston Emma e la violinista Laura Marzadori, primo violino della Scala (Lazza ha studiato piano classico), alle prese con La fine di Nesli: «Anche per far vedere che i rapper apprezzano le donne. E poi loro non sono due donne a caso, è come se fossero le mie due anime. Emma è molto forte, è molto hip hop come attitudine, anche se non fa rap. E Laura è la mia parte più angelica».
«È un onore per me che Lazza ed Emma Marrone cantino La fine, uno dei brani che più sento mio e che penso accomuni tutte quelle persone che hanno attraversato un periodo difficile nella propria vita», ha detto Nesli. Anche La fine è legata a una storia di rinascita. «Era il 2005 quando ho scritto il testo, avevo solo 24 anni, e la canzone è nata con l’obiettivo di segnare la fine della mia carriera, ma così non è stato, anzi è stato un vero e proprio trampolino di lancio di quello che pensavo fosse ormai destinato a finire. Mi piace pensare che i miei colleghi si possano immedesimare nel testo, soprattutto nelle prime tre righe, e pensarlo come loro, creando qualcosa di nuovo e diverso».
Ecco l’attacco di La fine: “Chiedo scusa a chi ho tradito, e affanculo ogni nemico / Che io vinca o che io perda è sempre la stessa merda / E non importa quanta gente ho visto, quanta ne ho conosciuta / Questa vita ha conquistato me e io l’ho conquistata / ‘Questa vita’ ha detto mia madre ‘figlio mio va vissuta / Questa vita non guarda in faccia e in faccia al massimo sputa’”.