Mancano ormai pochissime settimane all’annuale inaugurazione del tappeto rosso fuori dal teatro Ariston, ed è proprio Sanremo a scatenare il polemicone via social tra due artisti, ambedue gravitati attorno al Festival e al suo apparato mediatico, ma con fortune opposte.
Il primo, Ermal Meta, che dopo anni in panchina con i suoi La Fame di Camilla, nell’era Carlo Conti ha visto premiate le fatiche autorali, imponendosi con discreti risultati fra i titolari della canzone italiana. Il secondo, Morgan, che dopo il glitterato passato con i Bluvertigo, e il salvataggio in corner di una carriera solista ‘zoppa’ attraverso il palco dei talent show, a Sanremo era atteso come il figliol prodigo della canzone, peccato per le confidenze ‘allucinogene’ rivelate a giornalisti avidi di prime pagine. Confessioni che fecero saltare sulla sedia i vari Meloni, Gasparri e compagnia, tutti a chiedere alla Rai la testa del cantante “drogato”, per uno scandalo talmente reiterato e masticato che, ancora oggi, se ne continuano a leggere gli strascichi.
Ebbene, espulso e poi redento dal gotha sanremese, Morgan non ha tuttavia mai smesso di cavalcare la polemica, ultimo episodio quello andato in scena durante il programma Barone Rosso, condotto come sempre da Red Ronnie. Ebbene, commentando gli artisti che quest’anno si prenderanno i riflettori, l’ex giudice di X Factor non sembra aver gradito le convocazioni di Baglioni, tanto da prendersela con quello che – a suo dire – parte già come favoritissimo, Ermal Meta appunto.
Mettendo da parte l’eleganza dei tempi di Altrove e sfoderando un linguaggio da ragazzino un po’ alticcio – e dal razzismo facile – Morgan si è lanciato contro Meta, storpiando il cognome dell’artista albanese, quest’anno in gara insieme a Fabrizio Moro con Non mi avete fatto niente: «Fabrizio Moro! Cioè il Sanremo di Baglioni lo vince Fabrizio Moro, che poi sta con Ermal Merdal. Cioè Meta, come Metadone».
Al vetriolo la risposta di Meta, che usa Twitter come un fioretto per pungere Morgan là dove, almeno a livello mediatico, è più debole: “Caro @InArteMorgan – scrive su Twitter – anni fa in un’intervista dicesti ‘se non amo l’uomo, non amo l’artista’. Spero che tu sia orgoglioso dell’uomo che sei. Io di me lo sono anche se tu mi definisci Merdal o Metadone. Io però non capisco perché non sono esperto in nessuna delle due cose”.
Caro @InArteMorgan anni fa in un’intervista dicesti “se non amo l’uomo, non amo l’artista”. Spero che tu sia orgoglioso dell’uomo che sei. Io di me lo sono anche se tu mi definisci Merdal o Metadone. Io però non capisco perché non sono esperto in nessuna delle due cose. #mah
— Ermal Meta (@MetaErmal) 16 gennaio 2018
E se Ermal Meta si proclama acqua santa, antidoto contro il maligno Castoldi, ecco che quest’ultimo, sempre via social, qualche ora dopo ribatte al collega, con un rovescio un po’ sbilenco: “Brillante replica quella di @MetaErmal devo dire. Non capisco come faccia però a non intendersi di merda visto che è un essere umano e in quanto tale la gestisce quotidianamente. Inoltre andrà a #Sanremo con @FabrizioMoroOff”.
Brillante replica quella di @MetaErmal devo dire. Non capisco come faccia però a non intendersi di merda visto che è un essere umano e in quanto tale la gestisce quotidianamente. Inoltre andrà a #Sanremo con @FabrizioMoroOff
— Marco Castoldi (@InArteMorgan) 16 gennaio 2018
Insomma, quest’edizione curata dal “dittatore artistico” Baglioni già si preannuncia bollente, per ora almeno su Twitter, almeno sul social che con Passerotto non andare via condivide la scelta estetica.