Parte sulla difensiva il “Festival dell’armonia”. La prima conferenza stampa di Sanremo si è chiusa al cospetto di una sala gremita di giornalisti tanto affamati di notizie e chiarimenti in merito alle freschissime polemiche piovute sulla kermesse, quanto timorosi nel volerle chiarire.
Tanto che Baglioni ci scherza su e rivolgendosi a Virginia Raffaele, rimasta a corto di parole per il suo intervento, le suggerisce: “Ti faccio io qualche domanda, almeno le mie sono inoffensive”.
Duro, preventivo, ma dialetticamente impeccabile l’intervento della direttrice di Rai Uno, Teresa De Santis: “Presunto conflitto di interessi? Non ne parlo contrattualmente, ma concettualmente: la produzione musicale, culturale vive anche di contiguità”, ha tagliato corto. “Qualità e risultato sono l’obiettivo. Claudio ha certo anche rapporti con l’industria della musica e, dunque, sta alla sua coscienza agire in un certo modo. Non penso voglia buttare alle ortiche questa esperienza eccezionale per veder denigrare la qualità della sua arte e del suo prodotto”. E ancora, per i malpensanti che in seguito alla conferenza stampa di presentazione del festival del 9 gennaio scorso – in cui il conduttore in carica fece considerazioni rispetto alle politiche migratorie attuate dal nostro Paese che rimasero decisamente sul gozzo alla direttrice in quota salviniana – De Santis ha tenuto a puntualizzare: “Ho una grandissima stima del lavoro di Claudio, non c’è e non c’è stato nessuno screzio tra noi e, anzi, siamo avviati verso una sempiterna amicizia”. Ci era parso diversamente, ma viva l’armonia.
Di quello che ha detto Baglioni, poi , si è capito poco oltre alla solita supercazzola (super)retorica sulla grandezza e l’unicità del Festival, visto come evento di consacrazione della nostra musica. Evento che, per altro, non è assolutamente sovranista come – invece – il parterre tutto nostrano di ospitini e ospitoni suggerirebbe: “Nessun festival sovranista, solo voglia di sottolineare un’identità culturale”, ha puntualizzato ancora la direttrice della rete ammiraglia.
Pochi i minuti rimasti per le domande dei giornalisti timorosi. Il buon Claudio ne dedica giusto nove perché poi deve scappare a fare il TG1, fanno sapere. E dunque: esiste o no nel contratto firmato da Baglioni la clausola di trasparenza sventolata da Striscia la Notizia?
A chiarire è sempre la De Santis, favella impeccabile e un po’ di esitazione: “Rispondo per l’aspetto artistico perché questo è il ruolo del direttore di rete. Per quanto ne so esiste una clausola di trasparenza, delle cui articolazioni devono – però – parlare le strutture preposte. Posso dire che l’azienda non è certo portata ad adagiarsi su facili violazioni, visto che è sempre sotto i riflettori e sottoposta a polemiche che riportano spesso alla politica, dall’Agcom, alla Commissione di vigilanza alla Corte dei conti”.
“La clausola c’è ed è stata rispettata”, ha rincarato Claudio Fasulo, vice della direttrice. “Il contratto è in linea con quello fatto ai predecessori di Baglioni. Sì, il mercato è molto concentrato, ma rivendichiamo di agire nell’assoluta trasparenza del lavoro che facciamo, senza alcuna pressione”.
Dulcis in fundo: Lorenzo Suraci fa causa alla Rai, come minacciato dal patron di Rtl 102.5 a Dagospia? “Quando ne riceveremo comunicazione risponderà l’ufficio legale. In ogni caso, quali sono gli estremi per un’azione legale? L’esclusione dei brani dei suoi artisti? Se vuole può venire qui a fare una chiacchierata, siamo sempre disponibili al confronto”, ha fatto ancora sapere Fasulo.
Intanto, un enorme tapiro campeggia davanti al Teatro Ariston in compagnia di un sardonico Valerio Staffelli. Per chi sarà? In attesa di scoprirlo, buon festival dell’armonia a tutti.