È arrivata una nuova accusa di violenza per Sean “Diddy” Combs. A rivolgerla è stata una donna che, all’epoca dei fatti, avrebbe avuto sedici anni, e che sarebbe stata dunque minorenne. I fatti sarebbero avvenuti nell’agosto o settembre del 2000, mentre l’allora ragazza tornava a casa da un lavoretto di babysitting che aveva a Manhattan, New York.
Nel testo della causa, ottenuto da Rolling Stone US, la donna ha dichiarato che il palazzo che frequentava per il lavoro, un part-time, era ben noto anche al produttore e discografico, in quanto vi aveva un appartamento una donna «ben conosciuta» che intratteneva rapporti con Combs. Il nome della donna non viene specificato.
L’incontro con Diddy sarebbe avvenuto proprio fuori dal palazzo, dove questi era fermo con il suo SUV, lasciato a porte aperte. La ragazza avrebbe accettato un passaggio a casa e, notando che la strada presa era diversa, si sarebbe agitata. Combs, allora, le avrebbe dato qualcosa da bere «per calmarla», provocandole vertigini e nausea.
Nell’auto con Diddy sarebbero stati inoltre presenti altre due uomini, di cui uno stava conducendo il veicolo. I nomi di questi ultimi non sono menzionati nella causa. L’auto sarebbe poi arrivata in un luogo dove «Combs violentò la ragazza», per poi riportarla a casa con lo stesso veicolo.
Se confermate, le dinamiche sarebbero simili a quelle di altre accuse di violenza rivolte contro Diddy, che al momento si trova detenuto a Manhattan, senza possibilità di cauzione, in attesa del processo per abusi e traffico sessuale.