Sono state depositate ieri nuove cause nei confronti di Sean “Diddy” Combs, che si trova attualmente in una prigione federale di Brooklyn in attesa di processo.
Uno degli accusatori sostiene che nel 2005, quando sono avvenuti i fatti, aveva solo 10 anni. Sarebbe stato drogato e stuprato da Diddy in un hotel di New York. Il querelante è difeso dal texano Tony Bubzee, l’avvocato che dice di rappresentare ben 120 persone, e dal collega californiano Andrew Van Arsdale.
Sperando di iniziare una carriera nella musica, grazie ai contatti creati da un consulente il bambino sarebbe stato accompagnato a Manhattan dai genitori per incontrare alcuni discografici, tra cui Combs. Al bambino sarebbe stata offerta una bibita contenente una qualche droga. A quel punto Diddy gli avrebbe detto che «a volte bisogna far cose che non si vogliono fare» e avrebbe spinto a terra il ragazzino, per poi tirare fuori il pene e chiedergli di baciarlo.
«Quando il querelante ha opposto resistenza», si legge nei documenti depositati ieri, «Combs gli ha infilato con la forza il pene nella bocca per poi muoversi ripetutamente dentro e fuori». Terrorizzato, il bambino avrebbe perso conoscenza, per poi risvegliarsi coi pantaloni slacciati e dolori all’ano e alle natiche.
Il bambino avrebbe spiegato cos’era successo ai genitori, insospettiti. «Terrorizzati dalle possibili conseguenze di una denuncia», non hanno fatto nulla. Dopo lo stupro, la vittima avrebbe sofferto di una grave forma di depressione e ansia, oltre ad essere stato costretto a lasciare la scuola e a studiare a casa.
Secondo il team legale di Combs, «all’avvocato dietro a questa causa interessa avere l’attenzione dei media e non cercare la verità, come dimostrano le sue continue apparizioni di fronte alla stampa e il numero verde che ha diffuso» affinché venga contattato da altre potenziali vittime di Diddy. «Come abbiamo già detto, Combs non può rispondere a ogni nuova trovata pubblicitaria, anche se le affermazioni che vengono fatte sono ridicole o palesemente false. Combs e il suo team legale hanno piena fiducia nei fatti e nell’integrità del processo. In tribunale emergerà la verità». Ovvero secondo loro: Combs non ha mai aggredito sessualmente nessuno, «né uomo né donna, né adulto né minore».
Quella dell’allora bambino di 10 anni non è l’unica causa depositata ieri. Un uomo che nel 2008, l’epoca dei fatti, aveva 17 anni dice di essere stato molestato da Combs con la complicità di una delle sue guardie del corpo. Sarebbe successo durante un incontro privato nell’ambito dei tre giorni del talent televisivo Making the Band supervisionato da Diddy, che si sarebbe poi fatto praticare sesso orale e lo avrebbe sodomizzarlo. Si sarebbe giustificato dicendo che stava «testando la volontà di fare tutto ciò che è necessario per farcela nel mondo della musica».
In caso venga dichiarato colpevole, Combs rischia da un minimo di 15 anni all’ergastolo.