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Shiva, la procura ha chiesto sette anni per la sparatoria del luglio 2023

Si è svolta oggi, al Tribunale di Milano, la prima udienza per i fatti che avevano coinvolto il trapper e che lo avevano visto prima incarcerato, poi trasferito ai domiciliari. La sentenza è attesa per l'11 luglio

Foto: Antonio De Masi

Ci sono aggiornamenti sulle vicende processuali di Shiva, al secolo Andrea Arrigoni, alle prese con la Giustizia dopo la sparatoria che, l’11 luglio 2023, lo aveva visto coinvolto davanti alla sede della sua casa discografica in Via Cusago, nella zona Ovest di Milano. Durante i fatti erano rimasti feriti due trapper rivali vicini alla crew di Rondodasosa. 

Inizialmente incarcerato con l’accusa di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose a ottobre dell’anno scorso, poi rilasciato ai domiciliari questo febbraio, ora la prima udienza del processo (svoltosi con rito abbreviato) si è conclusa con la richiesta, da parte della procura di Milano (nella persona della pm Daniela Bartolucci), di una sentenza di sette anni per il trapper. Lo scrive l’ANSA.

In aula era presente anche Shiva stesso. I prossimi passi del processo prevedono una seconda udienza per il 3 luglio, alla quale parleranno gli avvocati difensori Daniele Barelli e Marco Campora. La sentenza finale dovrebbe invece arrivare nella giornata del 10 luglio.

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