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Siamo andati al concerto di D’Angelo a Londra

Dimenticatevi pantaloni larghi e catene d'oro. Il Black Messiah è tornato.
D'Angelo sarà in tour in europa fino a marzo

D'Angelo sarà in tour in europa fino a marzo

Il Messia nero ha impiegato 15 anni per tornare alla luce. In questo tempo il mondo è cambiato, D’Angelo è ingrassato, i suoi fan sono cresciuti. Basta guardare il pubblico.

Nella grande ed elegante sala della Hammersmith Arena di Londra molti uomini sembrano professionisti, indossano abiti dal gusto raffinato, panciotti e papillon, scordate catene d’oro e pantaloni larghi.

Un’immagine dal “The Second Coming Tour” di D’Angelo

Le ragazzine che nel Duemila sbavavano guardando gli addominali disegnati della divinità nera del soul ora si godono il live da donne.
Se ai tempi di Voodoo era uno sciamano in estasi, ora inizia la messa con una preghiera, Prayer.

Eppure i due concerti del 21 e 22 febbraio – entrambi sold out – non sono il triste revival dell’artista che ha bisogno di soldi per pagare i debiti.
Sono la dimostrazione che D’Angelo è degno erede di una dinastia che inizia con James Brown, passa per Sly Stone e arriva a Prince.

Non a caso sul palco ha voluto Jesse Johnson e John Blackwell, che anni hanno accompagnato Prince.

Per questo non è mai imitazione, al massimo omaggio. Come quando spinge l’asta del microfono e la riprende col piede allo stesso modo di James Brown, che aleggia sul palco di Londra nei suoi urli acuti e graffiati o nel modo in cui ordina alla band di chiudere in due battute alzando l’indice e il medio.

D’Angelo non dimentica, ha la memoria lunga e il senso della riconoscenza.
Lo avrà capito chi è arrivato almeno mezz’ora prima del concerto e ha potuto ascoltare tutto Donuts, l’ultimo disco dell’amico J Dilla, il geniale produttore di Detroit morto tre giorni dopo l’uscita del suo capolavoro il 10 febbraio 2006.

D’Angelo non dimentica neppure che al pubblico il nuovo disco piace molto ma ha pagato fino a 75 pound perché vuole ascoltare i pezzi che lo hanno reso famoso (il posto a sedere è inutile perché dal primo brano sono tutti in piedi). E allora ecco Ex to ex, Feel like makin’ love e Untitled (How Does it Feel), entrambe contenute in quel Voodoo del 2000 che gli fece vincere due Grammy.

Un’immagine dal “The Second Coming Tour” di D’Angelo

Dopo è stato il tempo della galera per droga e guida in stato di ebrezza, di un processo per adescamento, di depressione, molti chili e un incidente in auto quasi fatale. Roba che cambierebbe chiunque.

Invece lui dopo 15 anni canta come fosse un disco, balla da far invidia, ha due braccia da manovale di Harlem e suona chitarra e piano da spavento. Un’altra cosa resta uguale: la bandana, la sua coperta di Linus.

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