Ieri sera è andata in scena la cerimonia d’assegnazione del Mercury Prize, il riconoscimento forse più prestigioso della scena musicale britannica e irlandese, che in passato ha premiato, fra gli altri, artisti del calibro di James Blake, PJ Harvey, the XX, Pulp, Portishead, Arctic Monkeys, Antony and the Johnsons e Franz Ferdinand.
Il vincitore di questa edizione è stato l’artista Grime Skepta grazie al suo ultimo lavoro auto prodotto Konnichiwa. Nonostante i bookmakers lo dessero per sfavorito, il rapper si è guadagnato il premio per l’album dell’anno davanti ai più quotati A Moon Shaped Pool dei Radiohead o Blackstar di David Bowie, il disco più accreditato alla vigilia che sarebbe valso al Duca Bianco il riconoscimento postumo.
La vittoria di Skepta è particolarmente significativa per il fatto che il Mercury non veniva assegnato a un mc dalla vittoria di Dizee Rascal con Boy In Da Corner nel 2003, quasi a suggellare il ritorno di fiamma fra il pubblico e un genere musicale come il Grime, nato fra i sobborghi e le radio pirata dell’East London.
E se da più di due anni ormai il Grime è decollato dall’underground fino alla testa delle classifiche britanniche, il merito è da riconoscere ad artisti come Wiley, Kano (anche lui in nomina per il Mercury 2016) ma soprattutto Skepta.
Nato Joseph Junior Adenuga da una famiglia di origine nigeriana a Tottenham, area a nord di Londra, nel 2003 Skepta muove i suoi primi passi nella musica inizialmente come dj per poi passare qualche anno dopo al microfono, diventando uno dei rapper di punta della scena londinese, grazie anche al sostegno del collettivo Boy Better Know, fondato assieme al fratello Jma nel 2005.
E nonostante Konnichiwa sia stato osannato da pubblico e critica fin dal giorno del suo rilascio, grazie ai suoi testi crudi a sfondo politico e a beat magistrali dal tipico tocco grime – un sound che miscela elementi di Jungle, UK Bass, Garage e Hip-Hop – Skepta non è riuscito a trattenere la sorpresa quando il portavoce della giuria, Jarvis Cocker dei Pulp, lo ha proclamato vincitore: «Come giuria abbiamo deciso che se Bowie questa sera fosse qui con noi, avrebbe voluto assegnare il Mercury Prize 2016 a Skepta!».
Al momento del discorso, mentre a stento tratteneva le lacrime di commozione, Skepta ha voluto ringraziare la sua crew e la sua famiglia, tutti presenti sul palco assieme a lui, per poi sottolineare l’importanza del fatto che sia stato un disco indipendente a ricevere l’onore del Mercury: «Con questo premio voglio ispirare tutti i musicisti che cercano di portare avanti il proprio lavoro anche se ritenuto non adatto all’industria discografica – ha detto Skepta sul palco – quegli artisti che non si sentono a proprio agio con un’etichetta che gli dice cosa devono fare e chi devono essere, ma che ora grazie a Internet possono portare la propria musica dalle loro camere da letto a tutto il mondo. Oggi abbiamo vinto tutti!».
La serata è stata aperta dall’esibizione dei Bat For Lashes con Sunday Love, brano tratto dal loro concept album presente fra le nomination The Bride, ispirato alla storia di una futura sposa che perde il fidanzato in un tragico incidente stradale sulla via per il matrimonio.
Un’altra artista fra i papabili alla vittoria, Anohni, ha deciso di non apparire e per la sua performance ha ceduto il palco a una modella, truccata a simboleggiare una delle vittime di guerra di cui l’artista ex Antony and the Johnsons canta nella sua Drone Bomb Me, canzone tratta dall’album Hopelessness.
Oltre a Bowie, Radiohead, Anohni, Bat For Lashes e il vincitore Skepta, la lista delle nomination comprendeva Savages, Laura Mvula, Comet Is Coming, Michael Kiwanuka, Jamie Woon, il rapper Kano – cui Skepta ha voluto dedicare una menzione speciale – e i The 1975, presenti nella lista dei candidati grazie al voto popolare, novità dell’edizione 2016.
Quasi tutti gli artisti sono saliti sul palco dell’Hammersmith Apollo Theatre per eseguire la performance live di un brano contenuto nei loro album nominati, eccezion fatta ovviamente per Bowie, la cui Lazarus è stata interpretata dall’attore Michael C. Hall, e Radiohead che, invece, hanno preferito rilasciare il loro nuovo video Present Tenses, diretto dal regista Paul Thomas Anderson.
Curioso che per Thom Yorke e soci questa sia la quinta nomination al Mercury senza mai riuscire a vincerlo dato che anche A Moon Shaped Pool è tornato a casa a mani vuote così come capitato per Ok Computer, Amnesiac, Hail To The Thief e In Rainbows.