Steven Tyler è accusato d’avere avuto una relazione con una minorenne. È quando si apprende dai documenti della causa intentata dalla presunta vittima al cantante degli Aerosmith. Le accuse: violenza sessuale, molestie sessuali, danni morali. La causa è stata depositata a Los Angeles e seguirà quindi le leggi della California, dove non c’è prescrizione per i reati di abusi sessuali contro i minori.
Nei documenti che Rolling Stone ha potuto consultare la ricorrente è Julia Holcomb. La donna afferma che Tyler ha convinto sua madre a concedergli la sua custodia quando lei aveva 16 anni al fine di permetterle di vivere con lui e coinvolgerla in una relazione sessuale. I due avrebbero convissuto per tre anni a partire dal 1973, ma in passato Holcomb (menzionata tra le altre cose in un articolo di Rolling Stone del 1976 in relazione alla vita romantica del cantante) ha parlato esplicitamente della sua relazione con Tyler e nei documenti della causa è citata l’autobiografia del rocker. Nel libro, Tyler non fa nomi, ma dice di avere «quasi sposato un’adolescente» e che «i suoi genitori si erano invaghiti di me e avevano firmato un documento che mi concedeva la custodia della ragazza in modo che non venissi arrestato nel caso l’avessi portata fuori dallo Stato. L’ho fatta viaggiare in tour con me».
Oggi Holcomb afferma che all’epoca «non era in grado di opporre resistenza al potere, alla fama, ai soldi» di Tyler, che l’ha «spinta a credere che la loro fosse una relazione romantica». Secondo la donna, i due si sarebbero incontrati in occasione di un concerto degli Aerosmith a Portland, Oregon. Lei aveva compiuto da poco 16 anni, Tyler ne aveva 25. Il cantante avrebbe portato la ragazza in hotel, dove i due avrebbero parlato dell’età di lei e dei suoi problemi in famiglia. Tyler avrebbe poi «compiuto su di lei vari atti sessuali illeciti» per poi rimandarla a casa in taxi la mattina successiva.
Tyler avrebbe poi comprato un biglietto aereo in modo che Holcomb fosse presente anche al concerto successivo a Seattle visto che la ragazza era minorenne e non poteva viaggiare con lui da uno Stato all’altro. Secondo la ricostruzione della querelante, dopo lo show di Seattle, Tyler ha avuto altri rapporti sessuali con Holcomb, che il giorno dopo è tornata a Portland.
Nel 1974 Tyler avrebbe convinto la madre ad affidargli la custodia della ragazza di modo che potesse viaggiare con lui senza violare la legge, con la promessa di farla studiare e di offrirle assistenza sanitaria, cose che il cantante non avrebbe fatto, «continuando a viaggiare con la querelante, ad abusare di lei e a fornirle alcol e droghe».
Holcomb afferma d’essere rimasta incinta di Tyler nel 1975, quando aveva 17 anni e di avere abortito su richiesta insistente di Tyler. Dopo un incendio, il cantante le avrebbe detto che il bambino aveva sofferto per la mancanza di ossigeno, anche se pare che un medico avesse detto che il feto non aveva subito conseguenze di questo tipo.
A Holcomb che non voleva abortire Tyler disse che se non l’avesse fatto avrebbe smesso di mantenerla. Dopo l’aborto, la ragazza sarebbe tornata a Portland per cambiare vita, diventando una cattolica devota e sposandosi.
La pubblicazione dell’autobiografia di Tyler avrebbe di nuovo sconvolto la sua vita giacché nel libro il cantante, senza il consenso della donna, fa riferimento al periodo trascorso assieme e descrive il presunto abuso come una relazione romantica (Tyler ne parla anche nella biografia degli Aerosmith del 1997 dove chiama la ragazza Diana e racconta dell’incendio e dell’aborto; se in quest’ultimo libro afferma che la ragazza aveva 14 anni al momento del loro incontro, nell’autobiografia scrive che di anni ne aveva 16).
«Aveva 16 anni e sapeva fare la porca», scrive Tyler prima di raccontare di essere diventato il tutore della ragazza per evitare di essere arrestato se l’avesse portata fuori dallo Stato, oltre a descrivere nel dettaglio le loro imprese sessuali. «Io avevo 26 anni e lei aveva a malapena l’età per guidare ed era sexy da morire: mi innamorai perdutamente. Era un maschiaccio, era magra e vestita come Little Bo-Peep. Era il desiderio del mio cuore, la mia complice nei crimini passionali».
Non è la prima volta che Holcomb racconta la sua esperienza con Steven Tyler. L’ha fatto ad esempio nel 2011 sul sito antiabortista Lifesitenews, è apparsa in programmi come quello di Tucker Carlson per contrastare le ragioni degli abortisti, ne ha parlato nel documentario del 2021 Look Away sugli abusi sessuali nel rock.
«Mi sono persa nella cultura rock’n’roll», ha detto la donna nel 2011. «Il mondo di Steven era fatto di sesso, droga e rock’n’roll, ma non sembrava meno caotico della vita che m’ero messa alle spalle. Non potevo immaginarlo, ma ne sarei uscita a malapena viva. Non potevo credere che mi chiedesse d’abortire. Passò più di un’ora a insistere affinché lo facessi. Disse che ero troppo giovane per avere un figlio e che il bimbo aveva avuto danni cerebrali per via dell’incendio e delle droghe che avevo assunto».
La causa intentata da Holcomb giunge negli ultimi giorni in cui è in vigore il Child Victims Act, una legge della California del 2019 che ha eliminato la prescrizione per i reati di abusi sessuali contro i minori, concedendo alle vittime tre anni per farsi avanti. Il termine ultimo per intentare una causa è il 31 dicembre 2022. Un rappresentante di Tyler non ha risposto immediatamente alla richiesta di commento di Rolling Stone.
Nello Stato di New York è in vigore una legge simile, l’Adult Survivors Act, che concede ai newyorkesi un anno di tempo per intentare una causa per presunti abusi sessuali subiti in età adulta, indipendentemente dal momento in cui si è verificato l’episodio denunciato. Dall’entrata in vigore della legge, il mese scorso, due donne hanno accusato di violenza sessuale il discografico Ahmet Ertegun, morto a dicembre 2006. La California ha inoltre approvato una legge che elimina la prescrizione dei casi di abuso sessuale su adulti per un anno a partire dal 1° gennaio 2023.
Tradotto da Rolling Stone US.