Un lungo articolo di Rolling Stone US racconta gli ultimi mesi di vita di Taylor Hawkins, il batterista dei Foo Fighters morto a Bogotá, Colombia il 25 marzo 2022. Secondo un comunicato redatto dalla Procura generale della Colombia, al momento della morte nell’organismo di Hawkins c’erano dieci diversi farmaci fra cui antidepressivi, benzodiazepine, oppiacei.
Tra gli argomenti trattati nell’articolo di Rolling Stone c’è l’insoddisfazione espressa da Hawkins circa il ritmo di lavoro della band: andare in tour con i Foo Fighters era diventato troppo pesante per lui dal punto di vista fisico.
«Ne aveva parlato a cuore aperto con Dave e mi aveva detto che “non ce la faccio più, cazzo”, sono le sue parole esatte», dice ad esempio Matt Cameron, amico di Hawkins e batterista nei Pearl Jam e nei Soundgarden. Eppure, continua Cameron, dopo quello sfogo «il ritmo del tour è diventato ancora più folle».
Nello stesso articolo, Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers racconta di quando, nel dicembre 2021, Hawkins ha perso i sensi a bordo di un aereo. «Ha detto che era esausto ed è collassato, hanno dovuto riempirlo di flebo e altra roba», dice Smith, secondo quale Hawkins gli avrebbe detto chiaramente: «Non posso più andare avanti così».
Smith conferma la versione di Cameron secondo la quale Grohl e il management erano a conoscenza dei problemi di Hawkins e della sua volontà di rallentare i ritmi di lavoro. Lo svenimento a bordo dell’aereo, dice il batterista dei Red Hot, «è stata una delle gocce che hanno fatto traboccare il vaso. Dopo che è avvenuto ne ha parlato a cuore aperto con Dave e il management, dicendo: “Non posso continuare con questo ritmo, dobbiamo trovare una soluzione”».
Secondo un rappresentante dei Foo Fighters, invece, Hawkins non avrebbe mai sollevato la questione: «Non c’è stata alcuna chiacchierata a cuore aperto, alcun incontro» sull’argomento, né con Grohl, né col management. Viene anche contestata la veridicità dell’episodio avvenuto sull’aereo.
Aggiornamento: Matt Cameron e Chad Smith hanno preso le distanze dall’articolo di Rolling Stone US. Non hanno smentito le loro parole sul fatto che Taylor Hawkins non riuscisse più a tenere il ritmo del calendario live dei Foo Fighters. Hanno però entrambi scritto che tali parole sono state estrapolate dal contesto in cui sono state dette allo scopo di creare una narrativa sensazionalistica.
«Se l’avessi saputo non avrei partecipato», scrive il batterista del Red Hot. «Mi scuso con la sua famiglia e i suoi amici musicali per il dolore eventualmente causato». Cameron scrive che «provo amore profondo e rispetto per Taylor, Dave e le famiglie dei Foo Fighters. Mi spiace di avere concesso quell’intervista e mi scuso se la cosa ha arrecato danno a persone che rispetto e ammiro».