The Division Bell è frutto di un impegno collettivo come non accadeva dagli anni Settanta. Con Waters fuori dai giochi, Gilmour, Mason e Wright hanno trascorso diverse settimane «solo a improvvisare e a tirar fuori delle idee», ha detto Gilmour. «Avevamo in tutto sessantacinque pezzi di musica. Io, Rick e Nick ci siamo riuniti e abbiamo lavorato bene insieme come non accadeva da molti, molti anni». Al disco ha collaborato anche Dick Parry, il sassofonista di Us and Them, Money e altri vecchi brani dei Floyd.
«Molti pensano che stiamo solo ripercorrendo la vecchia strada», ha dichiarato Gilmour all’uscita dell’album. Ma come il suo predecessore, The Division Bell è un’altra fedele riproposizione dei momenti migliori dei Floyd, in particolare nel respiro epico di High Hopes, brano di otto minuti venato di sonorità new age, e nella strumentale Marooned.
Ma c’era almeno una differenza sensibile: componendo alcuni brani in collaborazione con la sua compagna e futura moglie Polly Samson, Gilmour si è espresso appieno a livello emotivo e sonoro. In brani che parlano di fallimenti nella comunicazione (High Hopes) e degli ex compagni (Poles Apart si riferisce indirettamente a Waters e Barrett), Gilmour ha scavato più a fondo nella sua psiche. «Forse avevo bisogno di liberare il mio subconscio”, ha spiegato all’epoca.
Molti pensano che stiamo solo ripercorrendo la vecchia strada
Gilmour ha anche riversato la sua frustrazione in una serie di assoli di chitarra che bucano il cielo, e What Do You Want From Me ammicca al blues come accade di rado nei dischi dei Floyd. Ancora una volta, il pubblico è sembrato indifferente all’assenza di Waters, e The Division Bell ha conquistato tre dischi di platino. Come ha detto Gilmour all’epoca, «I Floyd sono un vecchio bestione ingombrante, ma è il mio vecchio bestione ingombrante, e a me piace».