«Eravamo ragazzi, sai. Solo ragazzi», ha detto Mick Jagger ricordando gli esordi della sua band nella sua prima intervista con “Rolling Stone” pubblicata nell’ottobre del 1968. «Facevamo di tutto e quello era il nostro groove». In qualche modo gli Stones sono stati capaci di prolungare quel groove blues primario in 50 anni di simpatia per il diavolo, nella saga più lunga e più folle nella storia del rock&roll.
Sono sempre stati i fuorilegge, la band che ha viaggiato nel tempo alla velocità della luce, da Hot Rocks a Sticky Fingers. Questo numero speciale celebra l’epica infinita della più grande rock&roll band del mondo, attingendo dalla ricca storia che la lega a questo giornale. Da quando erano scontrosi ribelli adolescenti che reclamavano la soddisfazione dei loro appetiti sessuali in Satisfaction a quando sono diventati i cantastorie satanici di Gimme Shelter.
Un anticipo di quello che troverete nel numero speciale in edicola dal 25 febbraio: foto, interviste e contenuti esclusivi.
In queste pagine ci sono tutti i personaggi indimenticabili della loro storia: i Glimmer Twins Mick Jagger e Keith Richards, l’anima perduta Brian Jones, il giullare Ron Wood, i sublimi artigiani Mick Taylor e Bill Wyman e l’incomparabile Charlie Watts. Musicisti straordinari, che in qualche modo sono stati risucchiati da quell’uragano di sesso, follia e di tutto quello che è R&R. La band e il giornale hanno sempre avuto una relazione simbiotica, prendono entrambi il nome dalla canzone di Muddy Waters. Quando il direttore e fondatore di Rolling Stone Jann Wenner è stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2004, è stato Jagger a fare il discorso di nomina. In questo speciale abbiamo convocato una giuria di esperti per stilare la lista delle 100 canzoni migliori degli Stones.
Abbiamo scavato nei nostri archivi per tirare fuori interviste leggendarie che ripercorrono tutta la storia della band e provano (tra le altre cose) che nessuno al mondo sa parlare come Keith Richards. Nella nostra cover story del 1971 c’è un vero riff alla Keef sul suo rapporto con le droghe: «La gente pensa che tu sia pronto a finanziare un traffico di droga. “Hey, guarda che ti sei fatto un’idea sbagliata”. Chi fa queste cose lo fa perché ci gode o perché ha bisogno di soldi. Un sacco di gente prova brividi di piacere quando passa attraverso una dogana. E allora?».
DYLAN UNA VOLTA HA DETTO
CHE LUI AVREBBE POTUTO SCRIVERE “SATISFACTION”, MA GLI STONES NON AVREBBERO MAI POTUTO SCRIVERE “MR.TAMBOURINE MAN”.
È VERO
Non è mai stato facile stare dietro agli Stones. Jagger ha sempre coltivato la sua aura di regalità e mistero, interpretando l’uomo “ricco e raffinato” che non ama guardare al passato. Ma con RS ha fatto conversazioni molto sincere, soprattutto l’intervista del 1995 con Jann Wenner, la più intima ed esaustiva mai realizzata con lui. Ci sono stati anche momenti in cui Mick e Keith si sono parlati solo attraverso le pagine di questo giornale. «Non ne ho mai parlato con Keith», ha detto nel 1995, «sto solo facendo delle supposizioni. Probabilmente l’ho letto su Rolling Stone».
La musica pop era assolutamente spazzatura
a quel tempo
Gli Stones definiranno per sempre l’essenza del R&R, quindi sono da sempre vicini al cuore di questo giornale, come i report politici di Hunter S.Thompson, che usava Let it Bleed come colonna sonora per scrivere. Come ha detto il grande Dr.Gonzo: «C’è una strana connessione psichica tra la voce di Bobby Kennedy e il suono dei Rolling Stones. Facevano parte dello stesso viaggio, di quella sensazione selvaggia della fine degli anni ’60, quando tutto sembrava possibile».
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