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Thom Yorke sta componendo nuova musica per i Radiohead

Ospite della Festa del Cinema di Roma, ha parlato del suo rapporto con le soundtrack: «Ho rivisto 'Taxi Driver', è stata un'illuminazione. Ho chiamato Johnny (Greenwood), in studio mi sto ispirando agli anni '70»

Foto: Luca Carlino/NurPhoto via Getty Images

Prima Spielberg e Incontri ravvicinati del terzo tipo, con quelle cinque note di John Williams che gli «tormentavano il cervello al punto da diventare ossessionato dagli alieni». Poi 2001 Odissea nello spazio e quella sequenza psichedelica che è «sintesi perfetta di immagini e suoni: per me, che sono sempre diviso tra musica e immagini, è come vedere Dio». Thom Yorke è stato ospite della Festa del Cinema di Roma e, dopo aver sfilato sul red capite con la neo-moglie italiana Dayana Roncione, ha parlato del suo rapporto con le soundtrack e con i compositori che hanno fatto la storia del cinema. Svelando anche qualche dettaglio su nuovo materiale che sta scrivendo per i Radiohead. L’ultimo album di inediti della band infatti è A moon shaped pool del 2016, poi Yorke si era concentrato su lavori da solista come la sua prima colonna sonora e l’album Anima.

L’occasione per raccontare qualche dettaglio è arrivata con la clip di Taxi Driver: «L’ultima volta l’ho visto qualche settimana fa con mia figlia che ha 16 anni: volevamo guardare un film insieme e abbiamo scelto questo. È stata un’illuminazione, ho chiamato subito Johnny (Greenwood, nda): in studio mi sto facendo ispirare esattamente da quello che è stato già fatto negli anni ’70. Voglio capire come fare a riappropriarsi di certe sonorità in contesti diversi. Non sappiamo se Bernard Hermann si sia ispirato davvero a Charles Mingus, ma è chiaro che nella colonna sonora di Taxi Driver c’è la sua influenza».

Yorke ha parlato anche del lavoro sulle musiche per Suspiria di Luca Guadagnino, per le quali ha chiesto consiglio a Greenwood, ormai compositore preferito di Paul Thomas Anderson, da Il petroliere a Il filo nascosto, e non solo: «Ero tesissimo, non sapevo da dove iniziare e ho chiesto consiglio a Johnny, visto che lui ne ha già fatte parecchie. Mi ha detto che avrei dovuto scrivere partendo direttamente dalla sceneggiatura: “Esplora la musica dentro di te prima, perché quando vedrai il film, ti bloccherai”. E aveva perfettamente ragione, altrimenti non ce l’avrei mai fatta. Ho portato me stesso in Suspiria prima che il film arrivasse a me. Noi musicisti non possiamo reagire al film, dobbiamo prevenirlo».

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