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Tommy Lee è stato accusato di aver molestato una donna durante un volo in elicottero

I fatti risalirebbero al 2003. Coinvolto anche il pilota d'elicottero David Martz, scomparso nel 2015 in un incidente aereo

Foto: Emma McIntyre/Getty Images for SiriusXM

Il batterista dei Mötley Crüe Tommy Lee avrebbe «palpeggiato, baciato, e penetrato a forza con le dita» una donna durante un volo di 40 minuti dalla Contesa di San Diego a Van Nuys, in California, cercando inoltre di costringerla e «compiere un atto sessuale orale». Questo ciò che si legge nella denuncia presentata da una donna – identificata come Jane Doe, generico nome usato negli Stati Uniti per mantenere l’anonimato – contro il musicista per fatti risalenti al febbraio 2003.

Secondo il testo completo ad accompagnamento della causa (ottenuto da Rolling Stone US), nella vicenda sarebbe coinvolto anche il pilota dell’elicottero, David Martz, che avrebbe conosciuto la querelante circa un anno prima degli avvenimenti, nella banca in cui la donna lavorava come impiegata. Diventati amici, dopo qualche mese Martz l’avrebbe invitata a fare un giro panoramico sul suo elicottero. Ma, una volta giunti sulla pista, il pilota avrebbe comunicato un improvviso cambio di programma: niente più volo su San Diego, ma un viaggio verso Van Nuys come “taxi” privato di Lee.

Nel giro di pochi minuti dal decollo, si legge, Martz avrebbe cominciato a servire drink ai passeggeri, bevendo lui stesso mentre alla guida. La donna si sarebbe rifiutata, mentre Lee e il pilota avrebbero continuato a bere, buttando giù il tutto con spinelli e sniffate di cocaina.

Capitolando all’«immensa pressione» percepita, la donna avrebbe infine acconsentito alla richiesta di Martz di entrare nella cabina di pilotaggio e di sedersi sul grembo di Lee per «godersi la vista». A quel punto, Lee avrebbe approcciato sessualmente la donna, tentando di forzarla a un rapporto orale.

Dopo il volo, Martz e la querelante persero i contatti. Il pilota morì nel 2015 in un incidente aereo. Al suo decesso fu svelata la sua storia turbolenta con la Federal Aviation Administration degli Stati Uniti (organo di controllo per l’aviazione civile interno al Ministero dei Trasporti), la quale gli avrebbe revocato per tre volte la licenza di volo.

La querelante ha dichiarato che gli eventi le avrebbero causato «shock, malessere, umiliazione, vergogna e senso di colpa», e che, credendo si trattasse di un caso isolato, e che la polizia non l’avrebbe creduta, avevo deciso di non sporgere denuncia subito dopo i fatti. Ora, invece, potrebbe emergere una lunga trafila di molestie e violenze condotte a bordo dell’elicottero di Martz.

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