La querelante Jane Doe [nome generico usato per mantenere l’anonimato, equivalente al nostro Mario Rossi, ndr], che aveva citato in giudizio il batterista dei Mötley Crüe Tommy Lee lo scorso dicembre accusandolo di averla aggredita sessualmente nella cabina di pilotaggio di un elicottero nel 2003, ha presentato venerdì una richiesta di archiviazione della causa senza pregiudizio, riservandosi così il diritto di ripresentarla in futuro.
La decisione arriva dopo che la settimana scorsa un giudice ha stabilito che le accuse della donna, risalenti a decenni fa, non sembravano rientrare nei criteri previsti dalla legge citata nella denuncia originale – il Sexual Abuse and Cover Up Accountability Act. La querelante spera che la legge, attualmente in discussione in California, venga presto convalidata così da poter riaprire il suo caso, ha dichiarato il suo avvocato.
«La nostra decisione di archiviare volontariamente la causa di Jane Doe contro Tommy Lee è stata difficile da prendere, poiché crediamo fermamente nei presupposti della sua denuncia e che Doe meriti giustizia per il danno causato dall’aggressione sessuale di Lee nel 2003», ha dichiarato l’avvocato della donna, Melissa Eubanks, in una dichiarazione inviata a Rolling Stone.
«L’archiviazione volontaria non ha nulla a che vedere con la veridicità delle affermazioni di Jane Doe, ma è dovuta unicamente alla recente sentenza del tribunale secondo cui non sono stati rispettati i requisiti procedurali dell’attuale termine di prescrizione per i casi di aggressione sessuale contro adulti – una sentenza con cui non siamo assolutamente d’accordo. Ci aspettiamo che la legge, attualmente in discussione, riapra la finestra per i sopravvissuti adulti di aggressioni sessuali per presentare denunce direttamente contro i loro aggressori, e Jane Doe intende ripresentare le sue denunce e cercare giustizia non appena tale legge sarà approvata».
Lee ha sempre negato le accuse. «L’archiviazione dà piena soddisfazione alle posizioni di Tommy Lee», ha dichiarato Sasha Frid, l’avvocato del rocker, in una dichiarazione inviata venerdì a Rolling Stone, «che ha sostenuto fin dall’inizio che queste accuse erano infondate e false. La querelante ha ritirato volontariamente le sue denunce. Questa archiviazione non è stata oggetto di alcun accordo».
Nella sua forma attuale, la legge (proposta) invocata da Jane Doe e dal suo avvocato – AB 2587 – estenderebbe il periodo di eleggibilità per le denunce di aggressione sessuale adulta altrimenti scadute, consentendo ai querelanti di chiedere danni a un presunto aggressore senza dover contemporaneamente citare in giudizio un “ente” responsabile o dimostrare un “insabbiamento”. Quando Jane Doe ha presentato la sua denuncia, ha citato il Sexual Abuse and Cover Up Accountability Act, AB 2777, che riapriva le denunce in cui un “ente” era coinvolto nell’insabbiamento dell’abuso presunto. La scorsa settimana, il giudice che esaminava il caso di Doe ha stabilito che non avesse «riportato fatti a sostegno del requisito di “insabbiamento”». Il giudice ha dato a Doe 20 giorni per affrontare la questione, portando alla richiesta di archiviazione presentata venerdì.
Vi avevamo raccontato la vicenda dello scorso dicembre qui.