Il 19 settembre 2008, il Learjet su cui si trovava il batterista dei Blink-182, Travis Barker, precipitò appena dopo il decollo dal Columbia Metropolitan Airport, in South Carolina.
Delle 6 persone che trasportava il piccolo velivolo, 4 morirono (tra cui i due piloti) e 2 si salvarono, seppur con gravissime ustioni sul corpo: il DJ Adam Goldstein (che l’anno dopo fu trovato morto per overdose) e il nostro Travis.
Per la terapia riabilitativa, Barker ha trascorso quattro lunghi mesi nel reparto grandi ustionati, accumulando un totale di 27 operazioni chirurgiche. In quel periodo, la sua depressione aveva raggiunto gli abissi più profondi dell’intelletto, tanto da spingere il batterista a offrire agli amici una ricompensa di un milione di dollari a chiunque gli togliesse la vita: «[I medici] hanno dovuto sequestrarmi il telefono per via delle telefonate che facevo» ha raccontato a ABC News: «Chiamavo gli amici e dicevo “Depositerò un milione sul conto di chiunque. Ne ho abbastanza”»
Due giorni fa, il 20 ottobre, è uscito il suo libro di memorie Can I Say: Living Large, Cheating Death & Drums, Drums, Drums.