Elton John chiude bottega. Fine, si ritira dalle scene. E per chiudere comme il faut più di mezzo secolo di carriera paillettata, Sir John ha fatto le cose in grande stile, una calata di sipario degna di uno dei pop artist più influenti del ’900.
Revamp e Restoration, che entrambi portano il sottotitolo Reimagining the Songs of Elton John and Bernie Taupin, sono due dischi in cui il maestro questa volta non canta. Sono infatti dei tribute album, dove vari artistoni provenienti dal pop e dal country hanno reinterpretato una canzone a loro scelta, a patto che fosse di Sir Elton (e di Taupin, suo storico autore).
Revamp si è aggiudicato gente come Coldplay, Sheeran, Florence + The Machine, Mumford, Killers, Gaga e Queens Of The Stone Age. Mentre a Restoration, saggiamente distinto dal fratello, sono toccati gli artisti country che negli States vanno per la maggiore, da Chris Stapleton a Lee Ann Womack. Interessante come Miley Cyrus appaia in tutt’e due le tracklist.
Viene da chiedersi se non sia stata il corrispettivo attuale di We Are The World, con Elton John al posto dell’Africa: Ma in ogni caso, se non è hype una cosa del genere, signori, non so proprio cosa ci stia a fare qui questa rubrica. Al centro dell’attenzione, trattandosi pur sempre di Elton, c’è il pianoforte, ciò però non ha impedito a Mary J Blige di sfoggiare la trap (!) o ai Queens of the Stone Age di prendere una piega psichedelica.
Quanto a Other People’s Pieces, opera pianistica di un vero virtuoso, Chilly Gonzales, si applica invece il discorso opposto. Se Elton ha chiamato altri a reinterpretare se stesso, Chilly ha dato sfogo alle sue passioni pop, improvvisando medley e cover dei suoi artisti preferiti. Daft Punk, Weezer, Drake, Lana Del Rey. Tutta gente che si tiene ben lontana dai dischi di Elton John.