Trugoy the Dove (nome d’arte di David Jolicoeur), membro del trio hip hop De La Soul, è morto a 54 anni. Le cause del decesso sono ancora sconosciute – negli ultimi tempi, però, Jolicoeur aveva parlato pubblicamente di alcuni problemi cardiaci che gli avevano impedito di andare in tour insieme a Posdnuos e Mase). La notizia è stata lanciata dal sito AllHipHop e confermata dall’edizione americana di Rolling Stone.
Quando parliamo di Jolicoeur ci riferiamo, in primis, a un vero innovatore: tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, i De La Soul hanno plasmato la scena hip hop americana, segnando un netto cambio di passo che ha riguardato sia le sonorità (psichedeliche e piene di rimandi al jazz), sia la retorica (molto diversa da quella degli altri gruppi rap coevi più politicizzati, come i Wu-Tang Clan, o più improntati al racconto delle dinamiche di strada, come gli N.W.A) e i temi trattati.
Basti pensare a 3 Feet High and Rising (1989), l’album di debutto della band: un disco in controtendenza rispetto alle liturgie gangsta dominanti ai tempi, considerato da molti come un concept album sulla Daisy Age, una dimensione immaginaria ispirata alla filosofia ed all’iconografia hippie e capace di aprire un nuovo solco, consacrando Jolicoeur e colleghi come capostipiti della Native Tongues Posse, un movimento politico e musicale composto da diversi artisti hip hop afroamericani sensibilissimi al jazz, come A Tribe Called Quest, Black Sheep, Queen Latifah, Jungle Brothers e altri.
In breve, nella storia dell’hip hop americano, Jolicoeur è un vero e proprio precursore: ha aperto a nuove sonorità, esplorato tematiche inedite per il tempo e strizzato l’occhio al jazz.