Rolling Stone Italia

Una mimosa di platino per la mamma di Ghali

Nella giornata delle donne raccontiamo di una madre, attraverso le parole del figlio che le ha regalato il suo successo più grande: «Abbiamo dormito nella stessa stanza, sullo stesso letto, uno a fianco a l’altro fino ai miei 23 anni, fino a quest’estate, e questa musica mi aiuta a non vergognarmene».

La copertina di ‘Ninna Nanna’. Foto di Giuseppe Palmisano.

“Da una stalla a una stella /Compro una villa alla mamma” canta Ghali in quella Ninna Nanna – super hit e disco di platino – che ha come cover una fotografia di Giuseppe Palmisano in cui sono ritratti il golden boy della musica italiana e, appunto, la madre mentre dorme sulle sue ginocchia. La potenza di quel quadro viene così raccontata a Rockit da Palmisano: “Ad un certo punto ho sentito come un ribaltarsi dei ruoli negli abbracci di Ghali e di sua madre e nella loro intimità, una cura e una delicatezza tipici di una mamma con un bambino nato da poco”.

Qualche giorno dopo, quando il singolo divenne d’oro, Ghali scrisse sui social un lungo post che editiamo riassumendolo così: “Ciao mamma ora puoi stare tranquilla, non sono mai stato il primo della classe, però sono ora il primo il classifica. E questa vittoria la dedico a te. Abbiamo dormito nella stessa stanza, sullo stesso letto, uno a fianco a l’altro fino ai miei 23 anni, fino a quest’estate, e questa musica mi aiuta a non vergognarmene. Ti ho messo nella copertina del mio singolo più importante perché me lo ero promesso da quando ero piccolo, da quando andavamo a trovare papà ai colloqui e vi baciavate mentre io disegnavo”.

Scopriremo in seguito – nel corso dell’ultimo anno e mezzo puntellato da hit e interviste – che ai colloqui ci andavano come due compagni di classe durante la ricreazione, ascoltando i dischi nel lettore cd che lei gli aveva comprato “con tanta fatica, una cuffia a testa fino a quando non arrivavano all’entrata del carcere”. Sapremo che faceva la bidella (“mamma africana pulisce sempre a novanta” canta in Cazzo Mene), che a trentotto anni si è ammalata di un tumore da cui è poi guarita: “Mia madre ha sempre fatto lavori umili, – raccontò a Rolling Stone nel novembre 2016 – so che qualcuno lì fuori ha avuto una storia simile alla mia, e io voglio raccontarla perché possa ritrovarsi”.

Ghali con la madre durante un concerto. Foto via Facebook.

La vedremo, come l’estate scorsa, salire sul palco alla fine di un concerto chiamata dal figlio, la leggeremo nominata nei ringraziamenti dei suoi successi (“Auguro a tutte le mamme di vedere i propri figli toccare le stelle e ai figli di vedere i propri genitori toccare le stelle della felicità”) ma, per via dell’eleganza e del riserbo che contraddistinguono questa famiglia, non sapremo ancora come si chiama, la madre di Ghali. E quindi noi di Rolling non potremo cercare sulle pagine gialle l’indirizzo a cui oggi avremmo voluto spedire un enorme mazzo di mimose. Buon 8 marzo, madre di Ghali, donna di questa Cara Italia che temo non ti restituirà mai abbastanza di quello che hai fatto.

Ma ci penserà tuo figlio, il suo futuro è il vostro. E, in qualche modo – mentre la Lega si spartisce i seggi della Regione in cui viviamo – è pure il nostro.

Iscriviti