Nick Carter, membro della storica boy band Backstreet Boys, è stato citato in giudizio per una nuova accusa di violenza sessuale. A intentare la causa è Laura Penly, una donna che sostiene di aver avuto una relazione con il cantante nel 2005 e di essere stata aggredita in due diverse occasioni.
La denuncia civile, presentata la scorsa settimana in Nevada, afferma che gli abusi sarebbero avvenuti quando Penly aveva 19 anni e Carter 25. La donna dichiara di aver avuto rapporti sessuali consensuali con Carter in circa tre occasioni, ma racconta che una sera, dopo aver chiarito la volontà di limitarsi a guardare un film, il cantante avrebbe ignorato il suo rifiuto, dicendole che «l’unico motivo per cui era lì era per fare sesso».
Secondo quanto si legge nella denuncia, Carter l’avrebbe poi «raccolta da terra e gettata sul letto» per costringerla ad avere un rapporto sessuale, nonostante le sue proteste. L’aggressione, secondo Penly, sarebbe avvenuta senza l’uso di protezioni.
Il documento legale, lungo dieci pagine e ottenuto da Rolling Stone, descrive un secondo episodio avvenuto circa due mesi dopo. Carter si sarebbe scusato con Penly e avrebbe chiesto di rivederla. Secondo la donna, il cantante l’avrebbe invitata in un appartamento che lei credeva fosse il suo, a Hollywood Boulevard, dove si trovavano anche due amici. Lì, l’avrebbe condotta in una stanza e l’avrebbe violentata nuovamente.
La denuncia di Penly si aggiunge a una serie di accuse già mosse contro Carter da altre tre donne, tra cui Melissa Schuman, ex componente del gruppo pop Dream. Schuman aveva presentato una causa in California nel 2022, sostenendo di essere stata drogata e violentata da Carter nel 2003, quando aveva 17 anni.
I legali di Carter hanno respinto con forza tutte le accuse, definendole «prive di fondamento». A loro dire, le quattro donne coinvolte farebbero parte di un gruppo di «cospiratrici» che mirano a danneggiare la carriera del cantante, proprio mentre celebra il 25º anniversario dell’album Millennium con i Backstreet Boys. Le accusatrici negano fermamente questa ricostruzione. Penly afferma inoltre di essere stata chiamata a testimoniare in una deposizione relativa alle altre cause e di aver subito, da allora, continue molestie da parte di fan del cantante e della band.
«Questa è l’ennesima assurdità di una banda di cospiratrici e dei loro avvocati, che abusano del sistema giudiziario per distruggere la reputazione di Nick Carter», hanno dichiarato gli avvocati Liane K. Wakayama e Dale Hayes Jr. a Rolling Stone. «È uno schema ormai prevedibile: aspettano che il signor Carter raggiunga una pietra miliare della carriera per poi lanciare accuse false con l’intento di arrecargli il massimo danno. Nick non ricorda di aver mai incontrato Laura Penly. Di certo, non ha mai avuto con lei una relazione romantica o sessuale. Mai. La querelante ha alle spalle una storia documentata di problemi finanziari e legali».
Oltre a Penly e Schuman, anche Shannon “Shay” Ruth e Ashley Repp hanno accusato Carter di violenza sessuale. Ruth sostiene di essere stata aggredita su un tour bus nel 2001, mentre Repp ha raccontato di essere stata violentata su uno yacht nel 2003, quando aveva 15 anni. Quest’ultima, inizialmente anonima, ha rivelato la sua identità nella docuserie Fallen Idols: Nick and Aaron Carter.
Carter ha negato tutte le accuse e ha denunciato le tre donne per diffamazione. Tuttavia, lo scorso agosto, la sua richiesta di risarcimento nei confronti di Repp è stata respinta. Finora, il cantante non è mai stato formalmente accusato di alcun reato penale in relazione ai casi citati.