Sei giorni fa Vasco Rossi ha pubblicato una locandina con le date del tour 2022, quello legato all’album Siamo qui: sono tutte sold out salvo la prima, quella del 20 maggio a Trento. Dall’entourage di Vasco fanno sapere al Corriere di Bologna che sono stati venduti già 80 mila biglietti per un concerto che si terrà in una grande area. Si trova a San Vincenzo, non è stata ancora approntata e diventerà la Trentino Music Arena, con una capienza massima di 120 mila persone. Mancando più di cinque mesi è presto per sapere come andranno a finire le prevendite, ma il concerto è da tempo al centro di uno scontro politico.
Tutto nasce da una convenzione stipulata dalla Provincia Autonoma di Trento (a guida centrodestra) con due società private e con l’arena che a maggio ospiterà Vasco. «Da quanto apprendiamo» si legge in un post del Partito Democratico del Trentino «il concerto di Vasco Rossi a Trento è l’unica data in Italia a non essere ancora sold out. Visto che siamo anche gli unici in Italia che per contratto si sono impegnati ad acquistare con soldi pubblici i biglietti rimasti invenduti (ah il buon cuore di mamma Provincia!) non ci resta che sperare nelle svendite post natalizie!».
Su questa clausola si è aperto lo scontro, con il consigliere provinciale democratico Alessio Manica che il 6 dicembre ha presentato una nuova interrogazione al Presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder scrivendo che «su 120 mila biglietti a disposizione, allo scorso 26 ottobre ne risultavano venduti solo 70.675». In realtà sono sono tanti, è una cifra da sold out in un grande stadio, forse due, ma il punto è che una quota di quelli eventualmente invenduti sarebbero a carico della Provincia.
Manica ha spiegato al Corriere di Bologna i termini della convenzione: «prevede che la vendita dei biglietti avvenga dapprima con due prevendite riservate, e che successivamente sarà consentita la vendita generale al resto del pubblico. Si prevede poi che “al fine di garantire la facoltà di presenza dei residenti nell’Euregio (Trentino, Alto Adige e Tirolo) il 50% dei biglietti disponibili al netto delle due prevendite sopra indicate” sia riservata ai residenti dell’Euregio e che “in qualsiasi momento la Provincia avrà facoltà, ma solo qualora i biglietti fuori dalla zona Euregio siano stati tutti venduti” di procedere alla vendita libera nel circuito VivaTicket», ma che «se 10 giorni prima della data del concerto, i biglietti residuali del pacchetto riservato originariamente all’Euregio non venduti ai residenti dell’Euregio ed eventualmente non venduti successivamente da VivaTicket in vendita libera, saranno direttamente acquistati dalla Provincia, da Trentino Marketing».
È difficile dire, alla luce di tutti questi passaggi, se e quanti biglietti la Provincia dovrà acquistare 10 giorni prima dell’evento. Secondo quanto scrive Manica nell’interrogazione, «la mancata vendita sul mercato di tutti i 120.000 biglietti previsti dalla Convenzione sarebbe preoccupante sotto il profilo della finanza pubblica». Inoltre, confrontando la convenzione sottoscritta dalla Provincia di Trento con quella sottoscritta dal Comune di Modena nel 2017 per il celebre concertone da record di Vasco, «la previsione dell’acquisto diretto di biglietti invenduti da parte dell’ente pubblico non è certo l’unica a rilevare per un evidente squilibrio e penalizzazione dell’ente pubblico».
La convenzione di Modena prevedeva secondo Manica l’incasso di 2 euro per ogni biglietto venduto a titolo di rimborso spese forfetario, rimborso non previsto a Trento. Preoccupa la «presa in carico degli oneri relativi alla sistemazione dell’area concerto, i cui costi non sono ancora del tutto noti». In novembre L’Adige ha scritto di uno stanziamento di un milione di euro. In luglio, il capo della Protezione civile della Provincia, Raffaele De Col, aveva stimato costi per due milioni per «un’area verde con strutture a basso impatto visivo» che potrà essere utilizzata per altri concerti.
Manica scrive anche di una mostra fotografica dedicata a Vasco Rossi dal costo di 100 mila euro e che secondo gli accordi porterà alla Provincia un incasso non superiore al 55% del totale, e di spese di ospitalità dell’artista e del suo staff tecnico e artistico pari a 300 mila euro.
Mesi fa, l’AD di Trentino Marketing ha stimato un indotto superiore ai 10 milioni di euro, oltre una «grande copertura mediatica» e l’occasione «per far conoscere Trento e il Trentino ad una platea molto vasta».