Ventidue anni fa moriva il genio di ‘Emozioni’. Oggi come allora il rocker dice che il miglior modo per ricordarlo è stare zitti e rispettare la sua volontà di esprimersi solo attraverso le canzoni
«Quando è morto Battisti ho sentito il bisogno di Silenzio, soprattutto mediatico. Rispettoso silenzio per un artista che diceva tutto attraverso le sue canzoni. Ancora oggi dopo 26 anni penso lo stesso. Wiva Lucio Battisti, wiva le sue canzoni immortali».
Così Vasco Rossi ha ricordato oggi Lucio Battisti, di cui ricorre l’anniversario della morte: è infatti scomparso il 9 settembre 1998. All’epoca Rossi scriveva: «Cosa volete che vi dica? Avete bisogno di riempire pagine? Non lo sapete che Battisti è già nel cuore di tutti? Non c’è bisogno di scriverlo o di andare in televisione a “dirlo”! Noi non ne abbiamo bisogno».
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Nel 1998, in un passaggio incluso nel libro La versione di Vasco, Rossi definiva Battisi «un genio, un leader, un maestro, un grande artista che ha deciso a un certo punto di smetterla di parlare con i… voi, i “media”, ecc ecc, forse perché lo avete deluso! […] “Uno” che non vuole più che le sue dichiarazioni oneste, fatte col cuore, vengano usare in altri contesti, per altri scopi, in modo improprio o addirittura strumentale, per ridicolizzare o sminuire, umiliare a uso e consumo… coperti da quella impunità che rende invidiosi, cattivi e malvagi […] “Uno” che desidera solo essere considerato l’autore delle sue canzoni! Senza più esagerazioni, mitizzazioni». Uno così, concludeva Vasco «voi lo dovete rispettare».
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