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Vasco Rossi: «“Free Palestine” è uno slogan da anime belle»

Nell'intervista a Cazzullo sul 'Corriere' il rocker di Zocca parla, tra le altre cose, anche di politica: «Rifiuto di schierarmi, gli ebrei hanno diritto a uno Stato, ma questo non mi impedisce di piangere le vittimi civili di Gaza e di criticare i bombardamenti di Netanyahu, che è una specie di fascista»

Foto: Luigi Rizzo

Vasco Rossi si è raccontato a 360° gradi in un’intervista concessa ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera: dal padre internato in Germania che rifiutò di combattere per Hitler e poi morì di fatica, alla “vita spericolata” tra anfetamine («senza non riuscivo ad alzarmi dal letto […] mi sono disintossicato da solo») e l’esperienza in carcere («Solo de André venne a trovarmi, con Dori. Pannella mandò un telegramma, fu l’occasione per resettarmi»). E poi l’amore per Kant, e ovviamente, la musica: dalla rivalità con Ligabue, che è «una montatura dei giornali», ai giovani come Mahmood, «un piccolo genio», e la sua preferita Madame.

Il rocker di Zocca però ha parlato anche di politica e in particolare ha detto la sua sulla situazione a Gaza. Citiamo: «Io rifiuto di schierarmi come se fosse una partita di calcio, Israele contro Palestina. Gli ebrei, dopo quello che hanno sofferto, hanno diritto a uno Stato. “Free Palestine” è un bello slogan, da anime belle: ma se implica la distruzione dello Stato di Israele, allora sarebbe più onesto dirlo. E alla distruzione di Israele io mi ribello», afferma Vasco. «Leggo cose superficiale in cui non mi riconosco: io sono semplice, non facile. Mi hanno dato del sionista, ma io non so neppure cosa voglia dire. So che mettessi il like a “Palestina libera” mi amerebbero tutti; ma io non sono fatto così […] Questo ovviamente non mi impedisce di piangere le vittimi civili di Gaza e di criticare i bombardamenti di Netanyahu, che è una specie di fascista».

Cazzullo poi gli chiede se sia mai stato comunista: «Mai. Ero anarchico. Poi mi sono riconosciuto nelle battaglie di Pannella per i diritti civili. Solo in fatto di tasse sono un po’ comunista…». E continua: «Non pagare le tasse è una vergogna, io sono italiano, fiero e orgoglioso di esserlo, e ho voluto mantenere la mia residenza in Italia, voglio e devo versare le tasse al mio Paese».

Vasco dichiara anche che adesso non vota: «Sono semplicemente dalla parte dei più deboli». E afferma che Meloni è «certamente simpatica, adesso sono un po’ tutti innamorati, ma per decenni ha detto cose assurde vergognose, irresponsabili. Che non si cancellano».

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