Vicky, la vedova di Chris Cornell, ha rilasciato la sua prima intervista (al magazine People) dopo la morte del marito avvenuta il 18 maggio. Ha parlato degli eventi precedenti al suicidio di Cornell, puntando il dito ancora una volta verso i farmaci che, secondo la donna, avrebbero alterato l’umore del cantante in maniera irreparabile. «Non voleva morire», ha detto. «Se fosse stato sobrio… sono sicura che non l’avrebbe fatto». Nel corso dell’intervista, inoltre, Vicky Cornell ha ammesso di non aver notato i segnali di ricaduta del marito: non sapeva nemmeno quali farmaci stesse prendendo.
Nei giorni successivi alla morte di Cornell, Vicky si era scagliata contro l’Ativan, un ansiolitico che avrebbe alterato l’umore del marito in maniera irreparabile; uno degli effetti collaterali dell’Ativan, seppur raro, è proprio l’emergere di pensieri suicidi. Il cantante, rinchiuso nella sua camera d’albergo di Detroit, accendeva e spegneva le luci della sua casa di Los Angeles grazie a un’app del suo smartphone. Vicky si è svegliata, e ha capito subito che «c’era qualcosa che non andava». Ha subito chiamato il marito: «devi dirmi cosa hai preso», gli ha detto.
Poco dopo la morte di Cornell, il coroner ha dichiarato: «Osservando le circostanze che hanno portato al decesso e i risultati dell’autopsia, posso stabilire che si tratta di suicidio». Il medico, inoltre, ha aggiunto che «i farmaci non hanno contribuito al decesso», e questo Vicky Cornell non vuole accettarlo.
«La dipendenza è una malattia», ha detto a People. «Ti può rovinare la vita, può controllarti completamente». La donna, inoltre, ha dichiarato di voler «fare tutto ciò che posso per aiutare chi rischia di vivere una tragedia come quella che hanno vissuto i miei figli».