Come canti la guerra, anche quella in Ucraina che iniziava esattamente un anno fa, senza essere scontato o didascalico, senza alimentare il solito dibattito semplificato tra gente che si dà da una parte del “pacifinto” e dall’altra dello “scemo di guerra”? Vinicio Capossela ha scelto di riprendere La crociata dei ragazzi (o La crociata dei bambini) che Bertold Brecht pubblicò in piena Seconda guerra mondiale.
Nel lungo poema, Brecht ambientava un mito del Medioevo nella Polonia invasa dai nazisti, raccontando dell’odissea di un gruppo di bambini che attraversa un panorama devastato dalle guerra. L’immaginario e molti parti del poema sono ripresi da Capossela nella sua La crociata dei bambini che ha pubblicato oggi e dove l’innocenza si confronta con «la peggiore delle catastrofi: la guerra, con tutto il corollario di avvelenamento, di semplificazione, di inflazione, di vanificazione di ogni sforzo “culturale”».
Il pezzo, dove la voce di Capossela è accompagnata da pianoforte, violino, viola, violoncello, contrabbasso, fagotto, gusli e grancassa, evoca «l’antimilitarismo, la denuncia della guerra come suprema e più disumana affermazione del Capitale».
Il poema di Brecht fu adattato nel 1969 dal grande compositore inglese Benjamin Britten. Dalla crociata dei bambini medievale prese spunto anche Sting nel 1985 per Children’s Crusade, dove canta però della Prima guerra mondiale.
La crociata dei bambini di Capossela è presentata come «la prima di tredici canzoni urgenti che arriveranno presto a farsi sentire»: un nuovo album?
Il pezzo è accompagnato da un lyric video realizzato con la tecnica del gesso bianco su carta nera dal disegnatore Stefano Ricci, con la collaborazione di Ahmed Ben Nessib: non è un lavoro di animazione digitale, ma il montaggio di migliaia di immagini fotografate singolarmente.
«Questo è un tamburo suonato da un bambino, il bastone per batterlo è luminoso come uno zolfanello e infatti questo bambino che suona il tamburo sta cercando la luce in un mondo di oscurità, l’oscurità più densa che è quella della guerra», scrive Capossela a proposito del video. La canzone «fa parte di 13 canzoni urgenti, un’urgenza che è nata un anno fa, quando si è compreso che il tempo che pensiamo di avere non è illimitato, ma tutti possiamo essere spazzati via da un potere più grande e impersonale».
«Allora sono andato a rileggere Brecht, le sue canzoni e poesie scritte mentre la notte era caduta sul suo paese e l’ombra della guerra iniziava a oscurare l’Europa. Tra queste ho trovato La crociata dei bambini ambientata in Polonia nel 1939. L’innocenza dell’infanzia e dell’animale sono tra le vittime più insostenibili dell’orrore della guerra. La pubblichiamo oggi ed è il nostro modo di dire no alla guerra. Nessuno più invoca la pace, ovunque si cerca la vittoria. Per dirla ancora con Brecht: la guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Tra i vinti la povera gente faceva la fame. Tra i vincitori faceva la fame la povera gente ugualmente».