Vittorio Sgarbi è diventato sottosegretario alla Cultura, carica che aveva già ricoperto tra il 2001 e il 2002 quando il ruolo gli venne revocato dal Consiglio dei ministri a causa delle tensioni con l’allora ministro Giuliano Urbani sul tema dell’alienabilità dei beni culturali. Il rapporto del critico d’arte più famoso d’Italia sembra assai diverso – almeno per ora – con il neo ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Lo testimonia il gruppo WhatsApp “Rinascimento Dissoluzione”, che subito dopo le elezioni vinte dal centrodestra è stata popolato da moltissimi numeri della sua rubrica ricca di artisti, intellettuali, politici e, appunto, dall’ex direttore del Tg2 (e per alcuni giorni anche dalla premier Giorgia Meloni).
Nelle prime dichiarazioni rilasciate per spiegare quali progetti animeranno il suo mandato, Sgarbi ha annunciato che ha intenzione di dare un ruolo a Morgan – amministratore congiunto della super chat – e che si è speso in queste settimane per sostenere la sua candidatura a ministro. «Morgan ha raccontato di avere fatto il suo nome a Meloni. Lo chiamerà al ministero?», gli viene chiesto in una intervista su Repubblica. E il critico risponde senza usare condizionali: «Assolutamente sì. Bisogna creare un dipartimento ad hoc per la musica, che deve essere affiancata all’arte, e lui avrà un ruolo. Morgan è un uomo di grande intelligenza, è un uomo libero, non si nasconde dietro la retorica degli slogan fascista/antifascista».
I contorni del dipartimento sulla musica che ha in mente Sgarbi non sono ancora chiari, ma di certo non dovrebbe mancare l’originalità (e forse anche qualche polemica), viste le personalità dei personaggi in campo. «Sono entrato in quota me stesso», ha subito chiarito il nuovo sottosegretario alla Cultura, volendo marcare una distanza con le appartenenze di partito, e ha chiarito: «Ora mi sento pieno della mia autonomia. Non sono mai stato di destra, sono un anarchico. E in questo governo sono un plus».
Un atteggiamento che sembra condividere con il cantautore e leader dei Bluvertigo. Il ministro della Cultura riuscirà a contenere nell’alveo istituzionale due personalità così istrioniche? Sgarbi si è detto certo che oggi, rispetto a vent’anni fa, il rapporto con Sangiuliano è completamente diverso: «Urbani era un marziano che si occupava di diritto costituzionale, credo. Con Sangiuliano ho un rapporto di amicizia da 30 anni, ho anche presentato un suo libro. Troveremo il modo di convivere. Lui rappresenta un’idea di cultura di centrodestra, io un’idea di conservazione del patrimonio. Nel segno di Benedetto Croce».
Ieri, dopo avere appreso la notizia della nomina di Sgarbi a sottosegretario, Morgan ha dedicato all’amico l’inno di Mameli suonato così: