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X Factor 11, le pagelle del live: girl power, gente antipatica e zero leccate di culo

Conclusa la trafila delle audizioni, finalmente inizia il live. E le carte pian piano si svelano

Empowerment Factor Voto: 8

L’inizio puntata con lo speech dei quattro giudici sul ruolo e la valorizzazione delle donne – esercizio ad alto rischio retorico, voto: 6 – ha trovato il suo tripudio nell’esibizione delle sorelle gemelle franco–cubane Ibeyi (voto: 8,5). Il medley delle loro No Man Is Big Enough For My Arms (arricchita dalle parole emblematiche di Michelle Obama: “The measure of any society is how it treats its women and girls“) e River apre col botto questo primo live.

E se Levante si presenta con scritto in fucsia sulle spalle “Girl Power” (voto: 7), Manuel Agnelli non perde occasione di sottolineare, introducendo la performance dei ROS, come il forte sessismo dell’industria precluda ancora molte possibilità a musiciste donne credibili (Voto: 8). Parole importanti, soprattutto in un’edizione di X Factor che non ha concorrenti femminili nella categoria degli Over.

La fine delle grandi narrazioni Voto: 7

Samuel Storm ha 19 anni e viene dalla Nigeria. Rita Bellanza ha sofferto molto nella sua vita ed è un’anima fragile. Il dato biografico è fondamentale per conoscere un artista, riuscire a raccontarlo senza cercare la lacrima dello spettatore è doveroso e, finalmente, sembra che ciò stia accadendo. Di Samuel e di Rita, quest’anno, finalmente, riusciamo a ricordare la voce prima della storia personale.

Punto Bonus: Per la prima volta in 11 edizioni, da quest’anno, i concorrenti vengono presentati con nome e cognome. Finalmente.

La faccia piena di schiaffi Voto: 7,5

Alzi la mano chi non vorrebbe tirare un pugno ai Maneskin. Eppure, come sottolineato anche da Fedez, il gruppo romano spacca e riesce a farsi apprezzare al di là dell’antipatia a pelle che scatena.

I Quattro Cavalieri dell’Apocalisse Voto: 7,5

I giudici partono in quarta senza esclusione di colpi fin dalla prima puntata, in un’edizione in cui sembra chiaro che ognuno voglia ricoprire una posizione precisa e definita, di cui la scelta del luogo degli home visit è stata perfetta metafora.

Manuel Agnelli (voto: 7,5) dichiara la sua poetica presentando la performance di Sem&Stenn (voto: 8): “Sono orgoglioso di aver portato un progetto che crea disagio perché c’è bisogno di oltraggio e non di assecondare i gusti del pubblico. Il pubblico fa stimolato, non gli va leccato il culo”. I suoi gruppi spaccano anche nello strafare delle esibizioni del primo live. Levante (voto: 6,5), che cerca il sole e l’anima dentro ognuna delle sue ragazze, si è dimostrata in grado di tenere testa ai suoi colleghi più navigati – cosa non sempre semplice, come si è visto con Aria nella scorsa edizione –.

Mara Maionchi (voto: 6) è la Signora della musica e cerca di costruire per i suoi Over una carriera “adulta” a sofisticata. Lo fa affidando a Enrico Nigiotti un brano di Jacques Brel (Voto: 6+), decisamente adatto alla ruvidezza del cantante livornese; e assegnando al tenore votato al pop Lorenzo Licitra (voto: 6-) la versione Moulin Rouge di Your Song di Elton John, con un risultato purtroppo al di sotto delle aspettative. Il ruolo di conservatrice sembra frenare un po’ lo spirito rivoluzionario della Mara, che speriamo torni nelle prossime puntate.

Sorprende l’Homo novus Fedez (voto: 7,5), che, abbandonate le battute, continua a dimostrare una spiccata maturità, tanto da essere (quasi) sempre quello dal giudizio più condivisibile. Maturo al punto di riuscire a sostenere il ruolo di meta-meme nella performance con il sodale Ax, accompagnata dai faccioni cartonati della Chiara più famosa d’Italia.

Mezzo punto bonus a Manuel Agnelli per aver chiamato i due imprescindibili applausi a Luca Tommassini (voto: 6,5) durante la puntata, reo di aver intrappolato un uomo nudo in una rete sospesa durante l’esibizione di Lorenzo Bonamano (voto: 6,5), il primo eliminato della stagione.

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