Adam “MCA” Yauch dei Beastie Boys è scomparso il 4 maggio del 2012 a New York, dopo aver combattuto un cancro per diversi anni. Come co-fondatore dei Beastie Boys, MCA ha contributo a una vera rivoluzione del rap. Dopo i primi anni in cui si era distinto come la più calda delle teste della band, si era trasformato in un attivista, organizzando concerti per il Tibet e per le vittime dell’11 settembre.
Oggi, a Brooklyn, si festeggia l’MCA DAY, per ricordare quanto Yauch abbia fatto per il mondo dell’hip-hop. Una giornata dedicata a lui, piena di musica e street art, per sensibilizzare e raccogliere fondi a favore della lotta al cancro.
Non potendo andare a Brooklyn in giornata per partecipare al ricordo, preferiamo fare così, come a lui sarebbe piaciuto. Cioè sparandoci al massimo volume dieci-tracce-dieci dei Beastie Boys (che, purtroppo, di recente hanno detto che non li vedremo più su un palco).
1. “No Sleep Till Brooklyn(1986)
Se volessimo scegliere una firma dei Beastie Boys sceglieremmo questa. C’è dentro Brooklyn, il loro quartiere, e ci sono loro. La canzone è così personale per il gruppo che nei live, col passare del tempo, hanno iniziato a cambiare le liriche, adattandole al loro diverso stile di vita. È stato il sesto singolo estratto da Licensed to Ill.
2. “Sabotage”(1994)
Il punto di incontro perfetto tra il mondo del punk rock e quello dell’hip-hop. O almeno quello di maggior successo. Il video, firmato da Spike Jonze, è uno dei più memorabili della storia, che mette in scena una finta serie tv degli anni Settanta. Come si può dimenticare il «Whhhhhyyyyyyyyyyyy?» di Ad-Rock?
3. “Intergalactic”(1998)
Questo pezzo segna il ritorno dei Boys, alla fine degli anni Novanta. E segna anche la loro svolta electro, avvicinandosi al mondo del club e ai suoni di quel periodo che arrivavano principalmente dall’Europa. Il risultato? Un Grammy e un video indimenticabile.
4. “Sure Shot”(1994)
«You Can’t, You Won’t And You Don’t Stop», assieme al flauto di sottofondo. Basterebbe questo per identificarla tra i pezzi più importanti del trio, anche perché segna una loro svolta parecchio importante. Addirittura MCA si scusa tra una rima e l’altra per come avessero trattato le donne prima di allora.
5. “Fight For Your Right”(1986)
Una canzone che non può mancare mai. È diventata così iconica per i Beastie Boys che la band stessa ha dovuto convincere stampa e pubblico che fossero qualcosa di più di un gruppo di ragazzini incazzati. Anzi, che in realtà stessero prendendo in giro l’atteggiamento dei giovani americani.
6. “Too Many Rappers”(2009)
Nel video di questo pezzo vediamo per l’ultima volta tutti e tre i Beastie Boys, assieme a Nas, che canta con loro nel pezzo. Il filmato, apparso in rete all’inizio di quest’anno grazie a uno studente, visto che non avrebbe dovuto essere pubblicato, è diretto da Roman Coppola, figlio di Francis. Di fatto, è l’ultimo singolo realizzato dai Beastie Boys.
7. “Shake Your Rump”(1989)
Volete una canzone per ballare? Sapete a che porta bussare. Qui i Boys sono al massimo della vena da party-harder. E per farlo, hanno buttato in una traccia sola campioni dei generi più diversi, da Afrika Bambaataa ai Led Zeppelin fino a Diana Ross.
8. “Paul Revere”(1986)
C’è la misoginia e c’è la violenza. E a dirla tutta, neanche una produzione musicale perfetta. Ma nonostante questo, la traccia è una delle basi per conoscere davvero i Beastie. «Now here’s a little story I’ve got to tell, about three bad brothers you know so well», e non è difficile indovinare chi siano i tre tizi.
9. “Brass Monkey”(1986)
Questo è forse il ritornello con la maggiore presa di tutta la discografica del trio. Che hanno dedicato il pezzo a un cocktail pre-mixato, servito in lattina, a base di vodka, rum e succo d’arancia. «You got a dry Martini, thinkin’ you’re cool», ma il Brass Monkey dei Beastie Boys è nettamente più figo.
10. “Get it Together”(1994)
Il trio rap qui incontra Q-Tip degli A Tribe Called Quest. Che regala alla traccia un rap in pieno stile Golden Age, senza tempo. Come senza tempo è il campione di James Brown, una citazione/omaggio al padre artistico di tutto il loro mondo.